domenica 23 novembre 2008

ManuBlog chiude


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Potete trovarlo all'indirizzo http://manublog.org


Vi stavate chiedendo dove ero sparito, eh?
No? A beh, scusate...

Ma per quelli a cui interessa ho fatto una sorpresa.
Da oggi, ManuBlog chiude.
Cosa sono quelli sguardi terrorizzati? Non è un'addio.

Volete sapere dove è andato a finire ManuBlog? Allora continuate a leggere...

venerdì 21 novembre 2008

La giornata tipo dello studente medio


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 ore 12: "MERDA! avevo la sveglia alle 8 e l'ho spenta... e nemmeno mi ricordo di averlo fatto... evidentemente 4 ore di sonno erano proprio troppo poche..... dai dai, ora però STUDIO"

ore 13: "dai dragon ball, finchè finisce, posso anche guardarlo... un po' di tempo dopo colazione per svegliarmi bene devo averlo... così poi STUDIO"

ore 14: "guardo solo una cosa su facebook e poi mi metto e STUDIO"

ore 15: "spe non posso perdermi sto discorso importante... il mio amico ha bisogno di me, devo tirargli su il morale in chat. Sono un altruista. Poi STUDIO dai"

ore 16: "ho una certa sete.. un po' di fame.. solo un biscottino, una tazza di tè... in fondo non ho ancora pranzato... faccio un giro in cucina e poi STUDIO"

ore 17
: "chi cacchio è che mi scrive?? ...nooo è Giorgio che vuole venir qui a fare un giro... beh gli dico che si porti un quaderno e studiamo insieme... oppure sta qui solo 10 minuti che poi io STUDIO"

ore 18: "beh, mi riposo un attimo, un po' di pausa, non posso mica sempre stare qua sui libri... guardo chi mi ha scritto su facebook e poi STUDIO"

ore 19
: "meglio che inizi a farmi da mangiare, così poi ho tempo prima di cena e STUDIO"

ore 20: "uff ora ho fame, beh dai mangio ora così poi STUDIO dopo cena"

ore 21: "bello questo film! ne guardo un pezzo e poi STUDIO"

ore 22
: "Wow i miei amici escono un po' in piazza... devo coltivare anche i miei rapporti sociali, oltre che la mia cultura no? Quindi ora esco e poi però STUDIO"

ore 23: "Oddio sono ubriaco... 2 minuti che mi passi la balla, in ste condizioni non ce la faccio mica... ma poi STUDIO"

ore 00: "beh ma non posso mettermi a studiare a ste ore, non recepisco niente... meglio che ormai lasci perdere, domani è un giorno nuovo e STUDIERò!!!"


E FU COSI' CHE UN'ALTRA GIORNATA FINI'
 
Ehm.... E' anormale se mi ritrovo in quasi tutti i punti?

mercoledì 19 novembre 2008

Notizie Flash - Silvio, che burlone!


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Dopo l'ipotesi Air-France, Berlusconi ha aperto a Lufthansa come partner straniero di Alitalia.
Insomma: mantenuta la promessa di tenere italiana la compagnia di bandiera.

Gigi D'Alessio ha confessato di aver cantato anche per i camorristi: "Mi minacciavano di morte, non potevo rifiutare".
La domanda semmai, è come fa ad essere vivo anche dopo aver cantato.

"Chi è questo idiota?! .....Ah, ciao Silvio..."
Angela Merkel, dopo la gag del nostro simpaticissimo premier.

Doccia fredda per il Governo dalla Corte dei Conti. Secondo i calcoli, infatti, mancano nelle casse dello Stato 5,2 miliardi di euro a causa degli sciagurati condoni fiscali introdotti dal "creativo" Tremonti.
Secco il commento del "Tvemonti": "Credevo peggio".

Di Pietro: "Berlusconi è un corruttore politico".
Il Premier chiama in diretta Ballarò: "L'On. Di Pietro mi sminuisce sempre: io ho corrotto anche guardia di finanza, giudici, dirigenti RAI, avvocati e senatori!".

lunedì 17 novembre 2008

Il sistema universitario europero e americano


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E' passata qualche settimana dagli scioperi studenteschi e da quando il tema dell'Università era sulla cresta dell'onda. Oggi volevo fare un discorso proprio relativo all'Università, e soprattutto alle differenze tra il sistema universitario italiano (o meglio Europeo, con qualche eccezione nordica) e americano (o meglio anglossasone).

Parto da una considerazione elementare.
Secondo un Report del 2000, commissionato dalla European Education Commission, gli Stati Uniti spendono 36.500 Euro per studente contro gli 8.700 Euro dell'Europa. Inoltre per quanto riguarda i fondi per la ricerca, c'è un GAP di 10.000 Euro a studente (ovviamente a favore degli States).

Il modello che più si avvicina a quello statunitense è quello dell'Europa del Nord, ossia Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Questi paesi hanno un approcio diverso al sistema universitario, ma condividono la filosofia di fondo e soprattutto sono vicini nei risultati.
In primis, le Università di questi paesi non sono molte, ma sono dislocate uniformemente sul territorio riuscendo ad ottimizzare le risorse, soprattutto economiche. L'80% dei fondi vengono utilizzati dalle Università maggiori, le quali devono rendere conto del come e del perchè delle ricerche che compiono; i fondi, così utilizzati in maniera ottimale e controllata, non vengono sprecati e servono a formare realmente gli studenti.
Gli investimenti per studente sono molto elevati (la Svezia investe il 7% del suo PIL nell'istruzione, contro il misero 3,8% dell'Italia) e l'integrazione internazionale con gli altri Atenei è ottima, sviluppando un'eccezionale rete Erasmus.

Questo modello, per, rimane un caso a sè stante, figlio di Paesi che poco hanno da spartire con gli altri Paesi Europei anche sul piano economico, politico e sociale. Dando uno sguardo oltreoceano, e più precisamente negli Stati Uniti, ci accorgiamo che le cose cambiano radicalmente.
Potremmo stare ore a discutere del sistema universitario statunitense, che è pieno di pecche (a cominciare dal fatto che le famiglie devono accendere un mutuo per farvi accedere i figli). Le barriere (economiche) all'ingresso sono altissime, ma questo deriva dal sistema sociale americano, assolutamente NON Welfare State.
Chiusa la parentesi, una volta riusciti ad entrare, il sistema universitario degli Stati Uniti è uno dei più avanzati al mondo, polo per antonomasia dell'eccellenza scientifica e elettronica. Un sistema ideato per far avanzare i migliori, formare i professionisti, premiare l'eccellenza.
Guardiamo alle cosiddette Research University: Harvard, MIT, Stanford. Da queste Università sono uscite persone come Larry Page e Sergey Brin (gli inventori di Google), Bill Gates (non ha bisogno di presentazioni), e molti altri. Proprio Page e Brin, laureati alla Stanford University, hanno potuto creare il motore di ricerca più potente del mondo, grazie ad un finanziamento di diversi milioni di dollari quando erano poco più che ventenni. Ma li si possono ancora chiamare investimenti, visto che si stanno puntando soldi sui giovani più preparati di tutto il mondo, che studiano in un ambiente ultra competitivo.

Sulle modalità d'ingresso all'Università dico ancora una cosa.
A mio parere l'Università dovrebbe essere aperto a tutti e ad ingresso libero (comprese le facoltà tradizionalmente a numero chiuso come medicina). Dovrebbe essere poi il sistema educativo a scremare i grandi numeri. In un sistema veramente formativo, la scrematura sarebbe qualitativa e non quantitativa. Il vero problema non è se escono 300 o 1000 medici all'anno, ma la loro preparazione.

Nel sistema anglosassone gli esami di un certo anno devono essere superati in quel dato anno.
Se non si riesce l'Università scrive una bella lettera di raccomandazione per una Università inferiore per dire che non siete poi malaccio, ma NON siete adatti alla loro Università. Si scende di livello. E in un sistema dove il nome dell'Università è fondamentale, lo studente non può permettersi il lusso di perdere tempo.
In un sistema, invece, come quello italiano che permette una ripetizione praticamente infinita degli esami, non può formare delle figure professionali efficienti, ossia capaci di svolgere un determinato compito nel minor tempo possibile e nel miglior modo possibile.

Infine, un accenno al numero di corsi. La Gelmini su di una cosa ha ragione.
No, non esistono corsi con un solo studente. Però è vero che esistono 5500 corsi di laurea, la maggior parte dei quali sono identici, se non per un paio di esami. In una vera riforma dell'Università ci dovrebbe essere un accorpamento dei corsi, ed una eliminazione di tutte quelle specie di sub-facoltà, cloni riusciti male della facoltà madre, che, sbandierate come una maggiore possibilità di scelta (in realtà si è cercato di differenziare l'offerta formativa per attirare un maggior numero di studenti, dal momento che l'Italia si attestava in fondo a tutte le classifiche europee in quanto a numero di iscritti, percentuale di eccellenza, ecc..), hanno solo creato una maggior confusione e un enorme spreco di risorse e denaro.

sabato 15 novembre 2008

Absolutely need of you


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In questo periodo sono un pò giù.
Sarà perchè è arrivato il mio periodico momento no, saranno gli esami, sarà la mia lunaticità (si dice così?).
Non lo so. In questo periodo non ho voglia di fare granchè.
Sto scrivendo poco. E mi dispiace, perchè leggere i commenti che mi lasciate nei post ogni giorno, è davvero una cosa che mi rende felice.
Mi sta anche bazzicando in testa l'idea di un sito tutto mio: un ManuBlog.com o qualcosa del genere..
Sto scrivendo di getto, si nota?
Non mi importa. Non sono un giornale, nè tantomeno un un magazine o qualcosa del genere.
Questo è il mio diario, e con il mio diario ci faccio quello che voglio, (e a culo tutto il resto, come direbbe Guccini...)

Leggevo oggi del caso Eluana. Tutta la vicenda la conoscete già, la mia considerazione è solo una: quando ci libereremo del Vaticano? Quando quell'incredibile ammasso di ipocrisia, menzogna, mafia e corruzione verrà smantellato e i soldi dati a chi ne ha veramente bisogno? Quando ci liberemo di questa zavorra che paralizza la società, la politica e l'enonomia?
L'altro giorno ho letto una frase bellissima, credo nè farò una maglietta: La civiltà non raggiungerà la perfezione finché l'ultima pietra dell'ultima chiesa non sarà caduta sull'ultimo prete.
Dovrebbe essere afflitta in tutti i luoghi pubblici, dalle biblioteche fino alle scuole elementari.

Leggevo oggi della Spagna. Per via della tremenda crisi che sta attanagliando l'economia mondiale, i partiti spagnoli hanno deciso di auto-tagliarsi i fondi per il rimborso ai partiti di 17 milioni di euro. Mentre i nostri parlamentari continuano ad auto aumentarsi gli stipendi, quelli del paese a noi più simile se li diminuiscono.
Ma forse dovrei smetterladi parlare di queste cose.. forse sono troppo qualunquista...

Forse avrei bisogno di staccare un pò..

giovedì 13 novembre 2008

Rape me


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Rape me
Rape me my friend,
Rape me,
Rape me again.

I'm not the only one

Hate me,
Do it, and do it again.

Waste me,
Rape me, my friend.

My favorite inside source,
I'll kiss your open sores,
Appreciate your concern
You'll always, stink, and burn.

Stuprami. Stuprami amico mio. Odiami, odiami ancora. Abbandonami, rifiutami amico mio.
Se tutto quello che conta in questa società è apparire in televisione stuprami,amico mio.
Se tutto quello che conta in questa società è essere famoso violentami, amico mio.
In non voglio essere fuori, IO NON VOGLIO ESSERE FUORI.

mercoledì 12 novembre 2008

I costi della politica: più 100 milioni


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Nelle bellissime agende da tavolo e agendine da tasca del Senato, appositamente disegnate per il 2009 dalla fashion house Nazareno Gabrielli, tra i 365 giorni elegantemente annotati ne manca uno. Il giorno con il promemoria: «Tagli ai costi della politica». A partire, appunto, dal costo delle agendine: 260.000 euro. Mezzo miliardo di lire. Per dei taccuini personalizzati. Più di quanto costerebbero di stipendio lordo annuo dodici poliziotti da assumere e mandare nelle aree a rischio. Il doppio, il triplo o addirittura il quadruplo di quanto riesce a stanziare mediamente per ogni ricerca sulla leucemia infantile la Città della Speranza di Padova, la struttura che opera grazie a offerte private senza il becco di un quattrino pubblico e ospita la banca dati italiana dei bambini malati di tumore.

Sentiamo già la lagna: uffa, questi attacchi alle istituzioni democratiche! Imbarazza il paragone coi finanziamenti alle fondazioni senza fini di lucro? Facciamone un altro. Stando a uno studio del professor Antonio Merlo dell'Università della Pennsylvania, che ha monitorato gli stipendi dei politici americani, quelle agendine costano da sole esattamente 28.000 euro (abbondanti) più dello stipendio annuale dei governatori del Colorado, del Tennessee, dell'Arkansas e del Maine messi insieme. È vero che quei quattro sono tra i meno pagati dei pari grado, ma per guidare la California che da sola ha il settimo Pil mondia-le, lo stesso Arnold Schwarzenegger prende (e restituisce: «Sono già ricco») 162.598 euro lordi e cioè meno di un consigliere regionale abruzzese.

Sono tutti i governatori statunitensi a ricevere relativamente poco: 88.523 euro in media l'anno. Lordi. Meno della metà, stando ai dati ufficiali pubblicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, degli emolumenti lordi d'un consigliere lombardo. Oppure, se volete, un quarto di quanto guadagna al mese il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, che porta a casa 320.496 euro lordi l'anno. Vale a dire quasi 36.000 euro più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti.(...) Se è vero che non saranno le agendine o i menu da dieci euro a portare alla rovina lo Stato italiano, è altrettanto vero però che non saranno le sforbiciatine date dopo il deflagare delle polemiche a raddrizzare i bilanci d'un sistema mostruosamente costoso. Né tanto meno a salvare la cattiva coscienza del mondo politico. Certo, l'abolizione dell'insopportabile andazzo di un tempo, quando bastava denunciare la perdita o il furto di un oggetto per avere il risarcimento («Ho perso una giacca di Caraceni». «Prego onorevole, ne compri un'altra e ci porti lo scontrino»), è un'aggiustatina meritoria. Come obbligati erano la soppressione a Palazzo Madama del privilegio del barbiere gratuito e l'avvio di un nuovo tariffario (quasi) di mercato: taglio 15 euro, taglio con shampoo 18, barba 8, frizione 6... E così la cancellazione del finanziamento di 200.000 euro per i corsi di inglese che non frequentava nessuno. E tante altre cosette ancora. Un taglietto qua, una limatina là... (...) Sul resto, però, buonanotte. L'andazzo degli ultimi venti anni è stato tale che, per forza d'inerzia, i costi hanno continuato a salire. Al punto che i tre questori Romano Comincioli (Pdl), Benedetto Adragna (Pd) e Paolo Franco (Lega Nord), nell'estate 2008, hanno ammesso una resa senza condizioni scrivendo amaramente nel bilancio: «Non è stato possibile conseguire l'obiettivo di inversione dell'andamento della spesa in proposito fissato dal documento sulle linee guida».

Risultato: le spese correnti di Palazzo Madama, nel 2008, sono salite di quasi 13 milioni rispetto al 2007 per sfondare il tetto di 570 milioni e mezzo di euro. Un'enormità: un milione e 772.000 euro a senatore. Con un aumento del 2,20 per cento. Nettamente al di sopra dell'inflazione programmata dell' 1,7 per cento.

Colpa di certe spese non facilmente comprensibili per un cittadino comune: 19.080 euro in sei mesi per noleggiare piante ornamentali, 8.200 euro per «calze e collant di servizio» (in soli tre mesi), 56.000 per «camicie di servizio » (sei mesi), 16.200 euro per «fornitura vestiario di servizio per motociclisti ». Ma soprattutto dei nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti e dei 7.251.000 euro scuciti per pagare gli «assegni di solidarietà» ai senatori rimasti senza seggio. Come Clemente Mastella. Il cui «assegno di reinserimento nella vita sociale» (manco fosse un carcerato dimesso dalle patrie galere) scandalizzò anche Famiglia Cristiana che gli chiese di rinunciare a quei 307.328 euro e di darli in beneficenza. Sì, ciao: «La somma spetta per legge a tutti gli ex parlamentari». Fine.

Grazie alle vecchie regole, il «reinserimento nella vita sociale» di Armando Cossutta è costato 345.600 euro, quello di Alfredo Biondi 278.516, quello di Francesco D'Onofrio 240.100. Un pedaggio pagato, ovviamente, anche dalla Camera. Dove Angelo Sanza, per fare un esempio, ha trovato motivo di consolazione per l'addio a Montecitorio in un accredito bancario di 337.068 euro. Più una pensione mensile di 9.947 euro per dieci legislature. Pari a mezzo secolo di attività parlamentare. Teorici, si capisce: grazie alle continue elezioni anticipate, in realtà, di anni «onorevoli » ne aveva fatti quattordici di meno.

Un dono ricevuto anche da larga parte dei neo-pensionati che erano entrati in Parlamento prima della riforma del 1997 e come abbiamo visto si erano tirati dietro il privilegio di versare con modica spesa i contributi pensionistici anche degli anni saltati per l'interruzione della legislatura. Come il verde Alfonso Pecoraro Scanio, andato a riposo a 49 anni appena compiuti con gli 8.836 euro al mese che spettano a chi ha fatto 5 legislature pur essendo stato eletto solo nel 1992: 16 anni invece di 25. Oppure il democratico Rino Piscitello: 7.958 euro per quattro legislature nonostante non sia rimasto alla Camera 20 anni ma solo 14. Esattamente come il forzista Antonio Martusciello. Che però, con i suoi 46 anni, non solo ha messo a segno il record dei baby pensionati di questa tornata ma ha trovato subito una «paghetta» supplementare come presidente del consiglio di amministrazione della Mistral Air: la compagnia aerea delle Poste italiane.

C'è poi da stupirsi se, in un contesto così, le spese dei Palazzi hanno continuato a salire? Quirinale, Senato, Camera, Corte costituzionale, Cnel e Csm costavano tutti insieme nel 2001 un miliardo e 314 milioni di euro saliti in cinque anni a un miliardo e 774 milioni. Una somma mostruosa. Ma addirittura inferiore alla realtà, spiegò al primo rendiconto Tommaso Padoa-Schioppa: occorreva includere correttamente nel conto almeno altri duecento milioni di euro fino ad allora messi in carico ad altre amministrazioni dello Stato. Ed ecco che nel 2007 tutti gli organi istituzionali insieme avrebbero pesato sulle pubbliche casse per un miliardo e 945 milioni. Da aumentare nel 2008 fino a un miliardo e 998 milioni. A quel punto, ricorderete, nell'ottobre 2007 scoppiò un pandemonio: ma come, dopo tante promesse di tagli, il costo saliva di altri 53 milioni di euro, pari circa al bilancio annuale della monarchia britannica? Immediata retromarcia. Prima un ritocco al ribasso. Poi un altro. Fino a scendere a un miliardo e 955 milioni. «Solo» dieci milioncini in più rispetto al 2007. Col Quirinale che comunicava gongolante di aver tagliato, partendo dai corazzieri (lo specchietto comunemente usato per far luccicare gli occhi delle anime semplici), il 3 per mille. Certo, era pochino rispetto ai tagli del 61 per cento decisi dalla regina Elisabetta, però era già una (piccola) svolta...

Bene: non è andata così. Nell'assestamento di bilancio per il 2008 i numeri hanno continuato a salire e salire fino ad arrivare il 13 agosto a 2 miliardi e 55 milioni di euro. Cento milioni secchi più di quanto era stato annunciato in un tripudio di bandiere che sventolavano per festeggiare i «tagli». Risultato finale: l'aumento che avrebbe dovuto essere virtuosamente contenuto nello 0,5 per cento si è rivelato di almeno il 5,6: undici volte più alto.
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella (Brano tratto da «La Casta», nuova edizione aggiornata)

martedì 11 novembre 2008

Testo tradotto integrale e video del primo discorso da presidente di Barack Obama


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Buonasera Chicago! Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita del fatto che l’America sia il posto dove tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri Padri sia vivo oggi, che ancora si interroga sul potere della nostra democrazia, stasera ecco la risposta. E’ la risposta che hanno dato le file davanti le scuole e le chiese, mai così lunghe nella storia di questo paese, fatte da gente che ha atteso tre ore, quattro ore, molti per la prima volta nella loro vita, perché credevano che questa volta poteva essere diverso, e che la loro voce poteva essere quella differenza. E’ la risposta data da giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani, gay, etero, disabili e non disabili. Americani, che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati solo un insieme di individui o un insieme di stati rossi e stati blu.

Noi siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d’America.

E’ la risposta che ha guidato tutti coloro ai quali per lungo tempo e da molti è stato detto: siate scettici, abbiate dubbio e paura, riguardo a quello potrà succedere! ...e li ha guidati a mettere le proprie mani sul cammino della storia per dirigerlo ancora una volta verso la speranza di un giorno migliore.

C’è voluto molto tempo, ma stasera, grazie a quello che abbiamo fatto in questa giornata, in questa elezione, in questo specifico momento, oggi il cambiamento è in America.

Poco prima, in serata, ho ricevuto una chiamata di straordinaria cortesia dal Senatore Mc. Cain.

Il Sen. Mc Cain si è battuto a lungo e con tenacia in questa campagna. E ha combattuto ancora più a lungo e con tenacia per il Paese che ama. Ha sostenuto per l’America sacrifici che molti di noi non potrebbero nemmeno immaginare. Siamo grati per il servizio reso all’America da questo leader audace e coraggioso.

Mi congratulo con lui. Mi congratulo con il Governatore Palin per ciò che sono riusciti a realizzare. E sono impaziente di lavorare con loro per rinnovare la promessa di questo Paese, nei mesi che verranno.

Voglio ringraziare il mio compagno di viaggio, un uomo che ha fatto una campagna elettorale di cuore, che ha parlato in nome degli uomini e delle donne coi quali è cresciuto per le strade di Scranton e coi quali torna in treno a casa, in Delaware: il vice presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden.

E non sarei qui stanotte se non fosse stato per il sostegno incessante del migliore amico dei miei ultimi 16 anni, pilastro della nostra famiglia, amore della mia vita, la First Lady Michelle Obama.

Sasha e Malia: vi amo più di ciò che possiate immaginare; vi siete meritate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca.

E anche se non è più con noi, io so che mia nonna ci sta guardando, come ci guarda la famiglia grazie alla quale io sono ciò che sono. Mi mancano, stasera, e so che il debito che ho nei loro confronti è incommensurabile!

A mia sorella Maya, a mia sorella Alma, a tutti i miei fratelli e le mie sorelle: grazie per il sostegno che mi avete dato. Vi sono grato.

Al responsabile del mio staff elettorale, David Plouffe, taciuto eroe di questa campagna, che ha realizzato la migliore, la migliore campagna politica, penso, della storia degli Stati Uniti d’America!

Al mio capo stratega, David Axelrod che è stato mio partner in ogni passo del cammino percorso.

Alla migliore squadra elettorale mai messa assieme nella storia politica: a voi tutto ciò è dovuto, e vi sarò per sempre grato per quello che avete sacrificato per realizzarlo.

Ma al di sopra di tutto, non dimenticherò mai coloro ai quali realmente appartiene questa vittoria. Appartiene a voi! Appartiene a voi!

Non sono mai stato un candidato favorito per questa carica. Non abbiamo mai avuto né molto denaro né molto consenso. La nostra campagna non è stata ordita nelle stanze di Washington. È cominciata nei cortili di Des Moines, nei soggiorni di Concord, sotto i portici di Charleston. E’ stata fatta da uomini e donne che hanno dato quel poco che avevano da dare: 5 o 10 o 20 dollari per la causa.

Ha tratto la propria forza da quei giovani che hanno respinto il mito di una generazione apatica e hanno lasciato le proprie case e le proprie famiglie per lavori che offrivano pochi soldi e ancor meno riposo. Ha preso la propria energia da quei meno giovani che hanno sfidato il freddo gelido e il caldo bruciante per bussare alle porte di perfetti sconosciuti, e dai milioni di americani che hanno prestato la propria opera volontaria e lavorato e provato che, più di due secoli dopo, il governo delle persone, dalle persone e per le persone non è stato inghiottito dalla Terra.

Questa è la vostra vittoria!

E io so che non avete fatto tutto ciò che avete fatto per vincere un’elezione. E so che non l’avete fatto per me.

Lo avete fatto perché capite l’enormità del compito che abbiamo davanti. Perché anche se stanotte stiamo festeggiando, sappiamo bene che le sfide che ci attendono domani saranno le più importanti della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria del secolo.
Anche se stanotte siamo qui, sappiamo che ci sono dei coraggiosi americani che si stanno svegliando nei deserti dell’Iraq e nelle montagne dell’Afghanistan per rischiare le proprie vite per noi.

Che ci sono madri e padri che resteranno svegli dopo che i loro bambini si saranno addormentati e si chiederanno come faranno con l’ipoteca o a pagare il conto del medico o a risparmiare abbastanza per l’università dei loro figli.

Ci sono nuove energie da imbrigliare, nuovi posti di lavoro da creare, nuove scuole da costruire, minacce da fronteggiare, alleanze da ricostruire.

La strada che abbiamo davanti è lunga. La salita è ripida. Potremmo non arrivarci in un anno e nemmeno in un mandato. Ma, America, non ho mai auto tanta speranza quanta ne ho stasera sul fatto che ci arriveremo! Io vi prometto che noi ci arriveremo!

Ci saranno ostacoli e false partenze. Molti non concorderanno con tutto ciò che deciderò o con le mie politiche da Presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema.

Ma sarò sempre onesto con voi riguardo alle sfide che dovremo affrontare. Vi ascolterò, soprattutto quando non sarete d’accordo. E, sopra ogni cosa, vi chiederò di partecipare alla ricostruzione di questa nazione, nell’unico modo in cui l’America è stata fatta per 221 anni - - edificio per edificio, mattone per mattone, mano callosa per mano callosa.

Ciò che è cominciato 21 mesi fa nel cuore dell’inverno non può terminare in questa notte d’autunno.

Questa vittoria da sola non è il cambiamento che vogliamo. E’ solo l’opportunità di realizzare quel cambiamento. E ciò non può accadere se ritorniamo indietro al modo in cui le cose erano.

Non può accadere senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio.

Dunque facciamo appello ad un nuovo spirito di patriottismo e di responsabilità, per cui ognuno di noi si rimbocchi le maniche e lavori duramente e si prenda cura non solo di sé stesso ma anche degli altri.

Ricordiamoci che se la crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa è che non possiamo avere un Wall Street ricco e un "Main Street" (n.d.t inteso nel senso del popolo, della gente comune) in sofferenza.

In questo paese, nasciamo e moriamo come Una Nazione, Un Popolo. Non cediamo alla tentazione di ricadere nella faziosità, nella chiusura mentale e nell’immaturità che ha avvelenato la nostra politica così a lungo.

Ricordiamoci che è stato un uomo originario di questo stato a portare per primo lo stendardo del Partito Repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori dell’autostima, della libertà individuale e dell’unità nazionale.

Quei valori sono valori che tutti noi condividiamo. E mentre il Partito Democratico vince un’importante elezione stanotte, noi lo facciamo con una dose di umiltà e determinazione a sanare le divisioni che hanno ostacolato il nostro progresso.

Come disse Lincoln di fronte ad una nazione ben più lacerata della nostra, noi non siamo nemici ma amici. Anche se le nostre passioni possono averci infiammato, non devono rompersi i nostri legami di affetto.

E per quegli americani il cui sostegno non ho ancora guadagnato: posso non aver vinto il vostro voto stanotte, ma sento le vostre voci, ho bisogno del vostro aiuto. E sarò anche il vostro Presidente.

E per tutti coloro che stanotte ci guardano al di là delle nostre sponde, da palazzi e parlamenti, per coloro radunati attorno alle radio negli angoli dimenticati del mondo: le nostre storie sono differenti, ma il nostro destino è comune, ed una nuova alba per una leadership americana è a portata di mano.

lunedì 10 novembre 2008

Partito Imitocratico


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Ho una buona notizia. No, il mio computer è ancora in riparazione. Sto ancora soffrendo per lui.
Però ho scoperto che il PC di mia mamma si connette che è una bellezza.
Quindi ho ripreso a scrivere.

Che palle direte voi. Avete ragione, ma il dottore mi ha detto che devo scrivere almeno un post al giorno, altrimenti le mie personalità multiple potrebbero scatenare un conflitto d'interessi disastroso all'interno del mio ego, provocando la fine del mio equilibrio mentale.
Quindi, è meglio se continuo a scrivere.

Ma passiamo un pò alla cronaca che è meglio.
Se c'è una cosa che proprio non ho capito è l'entusiasmo di Veltroni per l'elezione di Barack Obama.
Qualcuno glielo spiega che la vittoria di Obama non è by-passabile in Italia per la sola assonanza dei nomi dei due partiti?

Di Pietro ha raggiunto il milione di firme per il referendum contro il Lodo Schifo-Alfano.
Secondo la questura non sono più di 200.000.

Dopo la gaffe di settimana scorsa, Silvio Berlusconi si è subito scusato: "Abbronzato? Non l'ho mai detto. So che benissimo che Barack Obama è negro. Anzi , vorrei ricordare che da giovane anche io sono stato negro".

Pronta la transizione alla Casa Bianca. Per far vedere che il clima è veramente cambiato, Barack Obama ha ordinato che tutta la servitù della Casa Bianca sia bianca.

E' morta al concerto per Roberto Saviano Miriam Makeba, leader della lotta all'apartheid.
Lo scrittore: "Quell'infarto era diretto a me".

domenica 9 novembre 2008

Il tipico elettore berlusconiano


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Il dio dei Berlusconiani nelle sue moltelici apparizioni


“Per vincere le elezioni mi rivolgo agli elettori come se fossero ragazzini di 13 anni nemmeno tanto intelligenti”
- Berlusconi sul rispetto che ha dei suoi elettori

“Il 54% degli italiani ha votato berlusconi, sono tutti stupidi secondo te?”

- Tipico argomento berlusconiano

“Si”

- Tipica risposta di chiunque sia dotato di un minimo di cervello


L'elettore berlusconiano è una creatura antropomorfa che per un cavillo giuridico ha diritto al voto: tecnicamente infatti appartiene alla specie umana (nella comunità scientifica comunque il dibattito è ancora aperto). Anche se nel mondo ci sono numerosi tipi di elettori di destra, nessuno può eguagliare i berlusconiani per ignoranza, stupidità, capacità di riportare un bastoncino lanciato lontano, puzza corporea: fanno infatti parte di quel Made in Italy di cui dobbiamo proprio essere fieri. Sono uno degli argomenti di chi sostiene che la dittatura sia meglio della democrazia. I berlusconiani, normalmente diffidenti verso la cultura (che giudicano di sinistra), hanno però un modo di “pensare” comune: questo è il frutto di anni di insegnamento di grandi maestri come Mike Buongiorno, Teo Mammuccari e Lucignolo (in tutti i sensi).

Il "pensiero" dell'elettore berlusconiano

Giustizia


L'elettore berlusconiano è convinto che i brigatisti, dopo essere diventati più radicali nelle loro posizioni, abbiano lasciato la lotta armata per diventare magistrati. I giudici vengono visti come infide creature che passano il loro tempo ad intercettare persone a caso, a perseguitare il povero Silvio ed a cercare di rovinare il natale. I berlusconiani, anche se non hanno mai visto un magistrato allo stato brado, ma solo in televisione ed allo zoo, condividono con il loro leader politico-religioso l'odio per questi pericolosi bolscevichi, odio che può essere paragonato a quello dei leghisti per i Bingo Bongo: come i leghisti infatti organizzano delle ronde per scovare i magistrati nelle loro tane e torturarli a suon di provvedimenti disciplinari.

Tasse

L'elettore berlusconiano considera le tasse un crimine contro l'umanità, come l'olocausto e la Par Condicio: è convinto che Prodi ed i comunisti abbiano inventato le tasse perchè sono invidiosi della ricchezza di Berlusconi e vogliono prendersi i soldi della povera gente (categoria alla quale pensa di appartenere anche se guida una Porsche, ovviamente Cayenne). Questo gregge di estimatori di Pippo Franco & Co. non riesce proprio a cogliere il difficile concetto "tu paghi le tasse in modo che lo stato possa garantirti dei servizi" e sogna un mondo finalmente libero dalle tasse, in cui "ciascuno lavorerà secondo le sue capacità, ed a ciascuno sarà dato secondo le sue necessità". Naturalmente, come supremo gesto rivoluzionario, quando può le tasse le evade, e ne va pure orgoglioso.

Par Condicio

L'elettore berlusconiano considera la Par Condicio un crimine contro l'umanità, come l'olocausto e le tasse. Sostiene che sia una legge liberticida, inventata dai comunisti perchè odiano la libertà di parola, ed è davvero convinto che a Silvio venga negata la possibilità di parlare ( ! ) e che quelle poche volte che parla le sue parole siano stravolte dai media comunisti (Anche se lo stesso Silvio ha acquistato diversi giornalisti). L'unico momento in cui inconsapevolmente applica la Par Condicio è quando condanna sia il fascismo che la resistenza, sostenendo, con lo stesso sorriso beota che ha quando guarda Buona Domenica, che partigiani e repubblichini vanno rispettati allo stesso modo, anche se combattevano per due cause diverse: gli uni per una feroce dittatura, quella comunista naturalmente, gli altri perchè i treni arrivavano in orario. Nella sua visione distorta del mondo gli americani si allearono con la repubblica di Salò per liberarci dalla resistenza.

La sua visione distorta del mondo: Teoria del Grande Complotto

L'elettore berlusconiano ha una conoscenza della storia politica italiana riassumibile con la frase: "Silvio ha salvato la democrazia dal golpe dei magistrati comunisti", frase che peraltro ripete in cotinuazione, secondo la formula "una bugia detta molte volte diventa verità". A questo punto l'elettore berlusconiano potrebbe rispondere che ciò è inverosimile, dato che nemmeno conosce la parola "golpe": d'altro canto non conosce neppure la parola "inverosimile" quindi questo non accadrà mai. Nella sua fragile mente quindi, concimata da anni di merda catodica, ha potuto attecchire una visione del mondo nota come Teoria del Grande Complotto: questa teoria, che unifica tutte le teorie complottistiche conosciute, sostiene che Magistrati, giornalisti, insegnanti, studenti, religioni monoteistiche, alieni, CIA (e molti altri ancora) complottino da anni contro Silviuccio perchè sono tutti invidiosi della sua ricchezza; ovviamente dietro ci sono sempre i comunisti. Tra i maggiori sostenitori di questa puttanata tesi vi sono grandi personalità come il senatore (o presunto tale) Paolo Guzzanti, l'acrobata intellettuale Giuliano Ferrara ed il detentore del record mondiale di maggior numero di noci di cocco spaccate a capocciate.

L'elettore berlusconiano in pillole

# È fedele lettore di quotidiani come "Il Giornale" e "Libero".
# I quotidiani sopracitati sono le sue sacre scritture.
# La sua dieta televisiva è a base di TG4 ed Emilio Fede.
# La responsabilità del degrado culturale del paese è ad esclusivo appannaggio del centro-sinistra...
# ...e da programmi televisivi come Amici di Maria De Filippi e il Grande Fratello...
# ...anch'essi manipolati dai comunisti.
# Ha letto "Il libro nero del comunismo".
# Ignora totalmente cosa sia la P2.
# O se lo sa, afferma che è tutto un complotto ordito dalla magistratura politicizzata.
# Marcello Dell'Utri è una delle vittime delle toghe rosse.
# Crede che Forza Italia è sia un meraviglioso progetto politico.
# Crede che Michela Vittoria Brambilla abbia delle proposte politiche, quando in realtà può proporre un paio di autoreggenti molto provocante.
# Ritiene che Napoli ora sia una città pulita.
# Bruno Vespa non può che essere il miglior giornalista italiano di tutti i tempi.
# Marco Travaglio non esiste.
# Il tribunale di Milano dovrebbe essere fatto detonare con venti tonnellate di esplosivo.


Tratto da Nonciclopedia

sabato 8 novembre 2008

Notizie Flash


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Barack Obama, il lampadato


Cocaina: consumi record in Europa.
E' bello sapere che non tutti i consumi sono crollati.

Secondo il quotidiano russo Vedomosti, l'attuale Presidente Medvedev sarebbe pronto a dimettersi per consentire il ritorno del predecessore. L'unico dubbio tra i giuristi rimane se continuare a chiamarlo Presidente oppure iniziare a chiamarlo con il più conforme "zar".

Il Presidente dell Camera Gianfranco Fini ha dichiarato che porre la fiducia sulla Finanziaria da parte del Governo sarebbe un atto deprecabile.
Dopo la presa di posizione anti-fascista e la posizione favorevole al voto degli immigrati, è pronta la statua di cera da mettere in bacheca. A fianco di quella di Che Guevara.

Sandro Bondi ha confessato di stare combattendo la sua nota paura di volare.
"Non posso continuare a fare il ministro senza volare".
A breve, dunque, le sue dimissioni.

Soddisfatto il vice-sindaco di Milano De Corato: "Abbiamo fatto un censimento completo e scoperto tutte le 180 vie in cui si esercita il meretricio".
Disponibile in edicola la guida a soli 7.99 Euro.

Incredibile gaffe di Berlusconi a Mosca: "Obama? Giovane, bello e abbronzato".
Cosa?
Ma come fa a dire che Obama è bello?

Le elezioni americane si sono dunque concluse.
Il 43° Presidente americano sarà Barack Hussein Obama, afro-americano, di origine kenyana.
Non c'è che dire: molte volte il destino è molto più comico di qualsiasi spettacolo satirico...

venerdì 7 novembre 2008

George Carlin - It's bad for ya!


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E' morto da solo quattro mesi, ma già la sua mancanza inizia a farsi sentire..
Per non dimenticarlo:




giovedì 6 novembre 2008

Facci(e) che non ti aspetti...


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Diciamo la verità: che la maggioranza sia finita in minoranza a margine di voti importanti è discretamente scandaloso. Se è vero che i capigruppo della Pdl vogliono far sborsare ai parlamentari dieci euro per ogni assenza, beh, allora dieci euro sono pochi. Però diciamo la verità: non ha tutti i torti Nicola Cristaldi di An quando dice che un parlamentare deve rispondere solo alla Costituzione e ai regolamenti, e non ha torto neppure quando dice che l’assenza, in fondo, può essere un dissenso verso un provvedimento che non piace. Non ha torto neppure Luca Barbareschi di An quando lamenta che «il partito ci vuole come tanti soldatini senza testa, ci dicono via sms quando e che cosa dobbiamo votare». Ma allora diciamola tutta, la verità: il Parlamento non è più quello che era, oggi i parlamentari hanno una funzione tecnica che nella maggior parte dei casi è spingere un bottone; le personalità indipendenti sono solo un impiccio, e servono persone fedeli e magari capaci di star sedute per ore. I principali criteri di selezione, sia a destra che a sinistra, sono stati affidabilità complessiva, sperimentata accondiscendenza e, se donne, anche una certa beltà. È vero: certe decurtazioni da soldatini, nel Parlamento di un tempo, sarebbero state improponibili. Ma è anche vero che molti odierni parlamentari, nel Parlamento di un tempo, diciamo la verità, non ci avrebbero messo piede.

Ci credereste mai se vi dicessi che questo articolo lo ha scritto l'altro ieri Filippo Facci sul Giornale ?
A proposito di distaccamento dalla realtà ...

Doh!


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Ragazzi c'è un problema. Un grosso problema.
Ieri sono arrivato a casa e Doh!.. IL COMPUTER NON SI ACCENDE!!!
Attimi di panico puro e delirium tremens in arrivo.
Provo la rianimazione bocca a bocca, ma niente...
Provo con il massaggio cardiaco, ma niente...
A questo punto porto il cadavere dal tecnico, che mi da la brutta notizia:
il computer ha un problema serio, si consiglia qualche giorno di riposo.

Cosa? Cosa?! Qualche giorno di riposo????
Ma io non posso vivere senza il computer, ci leggo i giornali, sento la radio, e poi ho il blog...
Ma niente. Il tecnico è irremovibile.

Per qualche giorno (spero il meno possibile) non sarò in grado di aggiornare ManuBlog con regolare frequenza; stesso discorso per i commenti.
Nel giro di una settimana penso di essere operativo a pieno regime, ma non lo so con certezza.
Spero vogliate mandare qualche messaggio di cordoglio al mio Dell Inspiron 1501... ha dato tanto alla causa...

Adesso sto postando dal PC dell'Università, cosa che continuerò a fare fin quanto non guarirà il mio cucciolo. Spero vogliate scusarmi per l'incoveniente tecnico...

P.S. Obama ha stravinto. Una maggioranza così bulgara non si era mai vista neanche ai tempi della Duma di Stalin. Se non lo fanno fuori nei prossimi mesi, il mondo sta per cambiare totalmente.

martedì 4 novembre 2008

Alfabeto delle elezioni americane


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A - Alaska. Lo stato governato dalla Palin. La governatrice, sergente di ferro, dice di riuscire a vedere le coste della Siberia, quando c'è bel tempo. I russi rispondono che riescono a sentirla urlare anche con giornate nebbiose.

B - Blogosfera. La rete è stata fondamentale per il successo del senatore nero; senza Internet, la blogosfera e i social network (post) il fenomeno Obama, un perfetto sconosciuto che nel giro di due anni diventa il personaggio più conosciuto del pianeta, non sarebbe mai potuto esistere.

C - Crisi finanziaria. L'evento che più ha condizionato la campagna elettorale. Saranno soprattutto le risposte che riusciranno a dare a questa crisi i due candidati, una volta eletti, che determineranno la fortuna del loro mandato.

D - Denver. Leggendario. E' l'unico aggettivo che viene in mente a chiunque abbia ascoltato il discorso di Barack Obama a Denver, a 40 anni di distanza da un'altro discorso leggendario: quello di Martin Luther King. Se volete vedere il video del discorso di Obama a Denver questo è il link, mentre questo è il link con la traduzione in italiano del discorso.

E - Endorsement. L’endorsement è l’appoggio pubblico a un candidato da parte di un opinion leader. Nel mondo anglosassone è normale che un giornale dichiari, con un editoriale o un articolo a firma del proprio direttore o di un opinionista, quale candidato intenda appoggiare alle elezioni e perché. Barack Obama può contare sull'endorsement di 134 giornali, contro i 52 di John McCain.

F - Falsità. Da sempre una specialità repubblicana. Anche la campagna di John McCain ha rispettato il copione del vilipendio. Trovando però però pane per i suoi denti nel campo di Obama, che nonostante la promessa di non cedere alla tentazione ha risposto colpo su colpo, senza timore di colpire basso. Il confronto però parla chiaro: è negativo il 100% degli spot di McCain, Obama si ferma a meno del 50%.

G - Giovani. La fortuna di Obama. E' grazie a loro, al loro uso di internet e dei social network, che il fenomeno Obama ha potuto prendere piede e diventare fenomeno di massa.
Obama, uno dei più giovani Presidenti della storia d'America, per un'America pensata per i giovani.

H - Hope. Speranza, la "keyword" su cui è stata impostata tutta la campagna elettorale di Obama. La speranza di un futuro migliore, di un America migliore, di un mondo migliore.
Insieme a questa, l'altra "keyword" principale è stata senza dubbio alcuno "Change", cambiamento.

I - Iran. Il suo no alla guerra è stato il propulsore della candidatura di Barack Obama nelle primarie. Il mood del Paese, infatti, è più in sintonia con la promessa di ritiro (parziale) di Obama, che non con quella di vittoria di McCain.

J - Joe Biden. Uomo di apparato e rassicurante di fianco al giovane Barack Obama; un insider che conosce perfettamente Washington, dove si muove a suo agio e sa come manovrare le leve del potere nonostante la sua tendenza ormai nota alle gaffes. Presidente della commisione Esteri del Senato, è un esperto di politica estera, campo in cui il senatore Obama è invece considerato più debole.

K - Klu Klux Klan. La confraternità suprematista bianca ha avuto un rapporto controverso con il senatore nero dell'Illinois: se da un lato il sito ufficiale del KKK nega a caratteri cubitali un endorsement, alcuni esponenti o ex membri hanno dichiarato che una vittoria del senatore nero sarebbe la prova evidente dello strapotere delle minoranze e quindi l'inizio della presa di coscienza del popolo bianco.

L - Lotta al terrorismo. McCain propone una nuova agenzia civile-militare con l'invio di esperti nelle zone calde del mondo. Vuole chiudere la prigione di Guantanamo e ha criticato i metodi di interrogatorio inumani. Obama vuole concentrare i finanziamenti per la sicurezza nelle aree più a rischio. Si è opposto al Patriot Act. Vuole la chiusura di Guantanamo e il diritto al processo per i sospetti terroristi.

M - Middle Class. La classe media. Anima e corpo del sogno americano. Tecnicamente, chiunque guadagni meno di 250 mila ma più di 60 mila dollari l'anno. E' stato uno dei temi principali di tutta la campagna elettorale. Obama promette di ridurle le tasse. McCain la mette in guardia dal "socialismo" alle porte.

N - Nazisti. Gli skinheads avevano progettato un'attentato per uccidere Obama. Il piano prevedeva di sparare con un fucile da 750 metri, durante un'incontro pubblico di Obama.
Le probabilità di attentati rimangono comunque alte per il leader democratico.

O - Obamacans. I repubblicani che appoggiano Obama. Da qualche giorno il più celebre è Colin Powell. Ma prima di lui, aveva aperto la strada Susan Eisenhower, figlia di Ike, il generale che vinse la Seconda Guerra Mondiale prima di diventare presidente negli Anni 50.
Il precedente simmetrico e opposto sono i Reagan democrats, che 25 anni fa fecero la fortuna di Ronald Reagan.

P - Palin, Sarah. La chiaccheratissima vicepresidente di John McCain è stata uno degli argomenti principali di discussione di questa campagna elettorale. Tra altarini svelati e processi in corso, passando per il discusso film pornografico in cui compare la sua sosia, Sarah Palin è rimasta sempre al centro della scena. A lei il merito di aver animato ed infiammato il popolo repubblicano, ma contestata anche dal suo stesso partito e dai suoi stessi sostenitori, rischia di diventare il capro espiatorio di una possibile pesante sconfitta.

Q - Quaeda. Il network terroristico del fondamentalismo islamico di Osama bin Laden, autore delle stragi dell'11 settembre 2001. Per John McCain la sconfitta di al-Quaeda passa per la vittoria in Irak. Barack Obama indica invece nell'Afghanistan il vero fronte della guerra al terrorismo.

R - Razzismo. Questa sarà una variabile molto importante al momento del voto. Se la comunità afro-americana (come prevedibile) sarà schierata a favore di obama al momento del voto, tra gli elettori bianchi ci potrebbe essere qualche risentimento al momento finale che potrebbe creare qualche sorpresa. D'altronde, la segregazione razziale è stata eliminata da soli 40 anni...

S - Sondaggi. L'hanno fatta da padrone per tutta la campagna elettorale, risultando al tempo stesso la causa e il misura-effetti di questa altalenante corsa alla presidenza. Nell'era dell' "audience" e delle comunicazioni di massa, il sondaggio diviene il termometro della pubblica opinione.

T - Troopergate. Lo scandalo che viene dall’Alaska. Giusta la conclusione di un’indagine parlamentare indipendente, Sarah Palin ha commesso abuso di potere, facendo pressione sul capo della polizia Walt Monegan (che poi ha licenziato, ma in questo era nel suo diritto) perché cacciasse dai ranghi l’ex cognato, protagonista di un divorzio molto litigioso dalla sorella. La governatrice ha anche permesso che il marito Todd intervenisse nella vicenda, usando il suo ufficio e i suoi assistenti.

V - Virginia. Lo Stato dei padri fondatori, culla dei valori della democrazia americana, ma anche dello schiavismo. I democratici non lo conquistano dal 1964. Furono il Civil Rights Act e il Voting Right Acts, con cui Lyndon Johnson mise fine alla segregazione razziale, a consegnare da allora la Virginia e il resto del Sud ai repubblicani, fin lì disertati dagli elettori razzisti o con pregiudizi razziali perché visti come il partito di Lincoln. Quest'anno potrebbe dare la vittoria a Barack Obama. Sarebbe la rivoluzione dentro la rivoluzione.

Y - Yew, we can. Il celeberrimo slogan della campagna elettorale di Barack Obama. Su queste tre parole si sono scritti libri e fatte canzoni, e solo la storia potrà spiegare l'incredibile potenza di questo slogan. Qui un mio post sulla profondità del "motto obamiano".

Come si elegge il presidente degli Stati Uniti d'America


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Il 4 novembre gli americani eleggono il presidente degli Stati Uniti, vero? No, falso. O parzialmente falso.

Il sistema elettorale degli Stati Uniti è infatti piuttosto complesso, frutto della forma federale dello Stato e della visione aristocratica della democrazia che avevano i padri costituenti alla fine del '700. Occorre comprenderne i tratti principali, se si vuole capire come funziona la campagna elettorale.

* Il sistema elettorale americano è indiretto. Non sono infatti i cittadini ad eleggere direttamente il presidente, ma 538 cosiddetti "grandi elettori" che il 15 dicembre votano nei rispettivi Stati. I cittadini sulla scheda esprimono la preferenza per un candidato presidente, ma in realtà eleggono una lista di "grandi elettori" associati con lui.

* E' il singolo Stato che conta. I voti dei cittadini (detti "voti popolari") si contano Stato per Stato, non al livello nazionale. McCain può vincere in Texas e perdere in California, Obama può vincere a New York e perdere in Arizona: colui che vince - anche di uno solo voto - in uno Stato si prende tutti i "grandi elettori" in palio in quello Stato (parziali eccezioni: i piccoli Maine e Nebraska, che sono suddivisi in collegi elettorali), chi riesce a far eleggere almeno 270 grandi elettori finisce alla Casa Bianca.

* Come votano i "grandi elettori". Tradizionalmente i "grandi elettori" sono tenuti a votare per il candidato alla Casa Bianca cui sono associati nelle schede, ma ci sono teoriche eccezioni.

* Come si dividono i "grandi elettori". Ogni Stato, piccolo o grande, ha diritto a due grandi elettori più tanti altri quanti sono i deputati inviati alla Camera dei rappresentanti. I deputati alla Camera sono attribuiti grossomodo secondo la popolazione, quindi gli Stati più grandi ne hanno di più. Così i piccoli Stati sono relativamente sovrarappresentati rispetto alla popolazione: il Vermont (circa 600.000 abitanti) ha tre "voti elettorali" e la California (35.000.000) ne ha 55.

* Gli Stati "banderuola". Le ultime settimane della campagna elettorale si concentrano sugli swing states, cioè su quegli Stati dove i sondaggi danno un esito incerto e dove pochi voti possono far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Come già accadde nell'ultima tornata elettorale, l'Ohio risulterà decisivo. In palio anche Florida, Nevada, Colorado, North Carolina, Missouri, Indiana, Virginia.

* La notte elettorale. Non essendoci un "Viminale" che fornisca e certifichi i risultati a livello nazionale, la notte elettorale si passa in attesa dei risultati dei singoli Stati. Le diverse catene televisive (ma ormai anche i quotidiani con i loro siti web) valutano exit poll, proiezioni e poi i dati effettivi e attribuiscono - secondo i loro calcoli - uno Stato a un contendente o a un altro, via via colorando di blu (per i democratici) e di rosso (per i repubblicani) le cartine del Paese.

Tratto da: La Repubblica

domenica 2 novembre 2008

ManuBlog, versione 2.6


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Buona domenica a tutti!
Questo di oggi è un post "tecnico", ossia un post dedicato alle notifiche del blog, ai consigli e alle segnalazioni.

Per prima cosa il blog ha alcune novità che vi vorrei mostrare:

1) Da oggi sarà possibile inserire le emoticons nei commenti: basterà inserire l'emoticon desiderata per far apparire la faccina (come in figura), l'importante è lasciare uno spazio sia prima che dopo l'emoticon, altrimenti non avrà effetto.

2) Ho cambiato la grafica dei commenti. Questo per due ragioni: in primis per dare un pò più di personalità ai commenti, che mi sembravano un pò anonimi (a tal proposito volevo inserire le foto degli autori dei commenti, ma non ci sono riuscito.. anzi: se qualcuno che sa come si fa e vuole dirmelo :-D ...); in secondo luogo ho diviso i colori dei commenti, evidenziando quelli dell'autore, cioè i miei :-P , con un colore diverso (giallo-arancio) da quello degli altri (blu). In questo modo potrete capire subito dove sono le mie cazz... i miei commenti, le mie risposte, ecc...

3) Infine, ho tolto il widget di MyBlogLog, per inserire "Follower" di Blogger. A tal proposito volevo chiedere a tutti quelli che mi seguono di iscriversi (è quello nella colonna a destra, sotto la lista dei "Commentatori incalliti", dove c'è scritto "Segui ManuBlog"); in questo modo potrò sapere quanti siete e organizzarmi per i regali di Natale :-)

Poi vorrei postare un piccolo tutorial: come mi ha fatto notare Michele nel post precedente, molti blogger hanno difficoltà nell'inserire i bottoni dei social network (come i miei in basso). Visto che non è il primo che me lo fa notare, ho deciso di fare una piccolissima guida su come inserire i bottoni dei social network.

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A questo punto dovrebbe essere tutto a posto.

Infine dovevo fare due segnalazioni.
La prima riguarda il widget dei commenti; come avete notato, sulla destra, nella sezione "Commentatori incalliti", c'è un widget che fa una classifica dei maggiori commentatori del blog, con il relativo numero di commenti. Ultimamente mi sono accorto che il widget era difettoso, nel senso che a certi intervalli diminuiva il numero dei commenti di alcuni utenti. Un mio amico mi ha spiegato che non è un difetto: il widget è programmato in modo tale che se i commenti non sono continuativi nel tempo, il widget ne tiene conto e fa perdere posizioni in classifica. Quindi non basta scrivere 500 commenti nei primi tre post e poi sparire, per avere la palma di "miglior commentatore di ManuBlog". Per esempio, negli ultimi tempi è soprattutto Maraptica che sta spammand... volevo dire commentando (scherzo Sarah :-D ) ed è quindi arrivata alla prima posizione.


La seconda segnalazione è in realtà un pò di pubblicità. Ho aperto da 1 mese circa, un altro blog, "Silvio Berlusconi Blog ", che raccoglie tutte le dichiarazioni del Cavaliere, conservate, catalogate e provviste di fonte. Ho aspettato tutto questo tempo a segnalarlo, perché volevo raccogliere abbastanza dichiarazioni.
Il mio intento è quello di creare un archivio contenente tutte le dichiarazioni, smentite e contro-smentite del Premier a memoria futura e per essere d'aiuto agli addetti al settore.
Dateci un'occhiata e ditemi il vostro parere, e se volete spargete la voce, ve ne sarò grato!

Allora...queste novità vi piacciono?




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