lunedì 1 settembre 2008

Yes, we can - Il successo di uno slogan


Avviso: ManuBlog ha cambiato indirizzo.
Potete trovarlo all'indirizzo http://manublog.org


Non so se sia stato proprio Barack Obama ad averlo ideato. E' più probabile sia stato il suo enorme staff.
Ma chiunque sia stato passerà alla storia: "Yes, we can" è forse lo slogan più incisivo, potente e collettivo di sempre, al pari solo forse di "Think small" di Bill Bernbach e "Hasta la victoria siempre" del comandante Che Guevara.

Ma qual'è il segreto che si cela dietro al successo clamoroso di queste tre parole?
Innanzitutto il numero. Semplicemente tre parole; una frase chiara, corta, semplice, forse addirittura con troppe parole per essere uno slogan. Tre parole potenti e polivalenti allo stesso tempo, parole di uso comunissimo eppure potenti e profonde.

Yes è la prima parola. Essa è forse la parola più significativa di tutto lo slogan; sprigiona un potentissimo sentimento di ottimismo che deve essere la base e il punto di partenza di qualsiasi cambiamento.
Obama vuole cambiare l'America e quindi il mondo, ma per farlo è necessario l'ottimismo della gente, la speranza di un futuro migliore, la fiducia. Un particolare importante è la virgola dopo la parola "Yes".
Essa segna, sintatticamente parlando, una pausa, e diviene fondamentale per comprendere il significato di tutto lo slogan: dopo aver pronunciato la parola "yes", ossia dopo aver chiarito che è l'ottimismo il punto di partenza, la pausa segna un momento di riflessione, un momento in cui ognuno deve guardare dentro sè stesso e capire se è dotato di questo sentimento positivo.

We è la parola centrale. La sua posizione non è casuale, ma richiama esplicitamente il suo significato profondo.
"We", infatti, significa noi, e in senso lato tutta la comunità, tutta l'unità di menti e corpi dell'America. La sua posizione non è casuale, dicevo, perchè "allaccia" la prima parola alla seconda. E' questo il suo significato: il popolo deve essere unito per poter effettuare un cambiamento; nessuno da solo può cambiare il mondo, nè io, nè tu, nè lui, ma NOI. L'ottimismo quindi è la base di partenza, ma è l'unione di intenti e di sforzi che può far realizzare il cambiamento.

Can è il verbo e la parola conclusiva e dunque la parola più intensa e potente di tutta la frase.
Esso è un verbo ausiliare modale che ha due significati: poter fare e saper fare.
In entrambi i significati, "can" non vuole esprimere un tentativo, ma una volontà tenace e decisa di arrivare fino in fondo; di poter fare proprio perchè si sa fare, ovvero di cambiare il mondo perchè si è capaci di cambiare il mondo. Gli americani possono cambiare il l'America e sanno come si cambia l'America.

"Yes, we can" è un messaggio forte, intenso, che parla dritto al cuore della gente.
Il cambiamento è possibile, ma esso parte dall'ottimismo e prende il volo con la collaborazione.


Ci sono addirittura 5 commenti!!


Andrea De Luca ( 2 settembre 2008 alle ore 03:13 )

lo stesso slogan non è servito a Veltroni :) ehehehe

ciao Manu!

Pellescura ( 2 settembre 2008 alle ore 11:40 )

Devi essere credibile..altrimenti lo slogan vale poco

nespolina ( 2 settembre 2008 alle ore 18:02 )

sì ma a Veltroni non veniva bene in italiano... avrebbe dovuto dire "sì,noi possiamo..." ...ma cuore in pace, non è per questo che ha perso!
Comunque è vero lo slogan di Obama rimarrà nella storia!Soprattutto se, come spero,vincerà le elezioni!

Anonimo ( 13 novembre 2008 alle ore 09:40 )

Lo slogan di Veltroni è al massimo "Yes, week end"

Anonimo ( 26 novembre 2008 alle ore 11:36 )

bello: tipica considerazione statalista: il fine settimana come obbiettivo!


Articoli correlati


Lascia un commento





Some rights reserved by ManuBlog. Powered by Blogger
Autore: Manu / Feed: Rss 2.0 / Technorati Profile
Blog under Creative Commons License