martedì 4 novembre 2008

Come si elegge il presidente degli Stati Uniti d'America


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Il 4 novembre gli americani eleggono il presidente degli Stati Uniti, vero? No, falso. O parzialmente falso.

Il sistema elettorale degli Stati Uniti è infatti piuttosto complesso, frutto della forma federale dello Stato e della visione aristocratica della democrazia che avevano i padri costituenti alla fine del '700. Occorre comprenderne i tratti principali, se si vuole capire come funziona la campagna elettorale.

* Il sistema elettorale americano è indiretto. Non sono infatti i cittadini ad eleggere direttamente il presidente, ma 538 cosiddetti "grandi elettori" che il 15 dicembre votano nei rispettivi Stati. I cittadini sulla scheda esprimono la preferenza per un candidato presidente, ma in realtà eleggono una lista di "grandi elettori" associati con lui.

* E' il singolo Stato che conta. I voti dei cittadini (detti "voti popolari") si contano Stato per Stato, non al livello nazionale. McCain può vincere in Texas e perdere in California, Obama può vincere a New York e perdere in Arizona: colui che vince - anche di uno solo voto - in uno Stato si prende tutti i "grandi elettori" in palio in quello Stato (parziali eccezioni: i piccoli Maine e Nebraska, che sono suddivisi in collegi elettorali), chi riesce a far eleggere almeno 270 grandi elettori finisce alla Casa Bianca.

* Come votano i "grandi elettori". Tradizionalmente i "grandi elettori" sono tenuti a votare per il candidato alla Casa Bianca cui sono associati nelle schede, ma ci sono teoriche eccezioni.

* Come si dividono i "grandi elettori". Ogni Stato, piccolo o grande, ha diritto a due grandi elettori più tanti altri quanti sono i deputati inviati alla Camera dei rappresentanti. I deputati alla Camera sono attribuiti grossomodo secondo la popolazione, quindi gli Stati più grandi ne hanno di più. Così i piccoli Stati sono relativamente sovrarappresentati rispetto alla popolazione: il Vermont (circa 600.000 abitanti) ha tre "voti elettorali" e la California (35.000.000) ne ha 55.

* Gli Stati "banderuola". Le ultime settimane della campagna elettorale si concentrano sugli swing states, cioè su quegli Stati dove i sondaggi danno un esito incerto e dove pochi voti possono far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Come già accadde nell'ultima tornata elettorale, l'Ohio risulterà decisivo. In palio anche Florida, Nevada, Colorado, North Carolina, Missouri, Indiana, Virginia.

* La notte elettorale. Non essendoci un "Viminale" che fornisca e certifichi i risultati a livello nazionale, la notte elettorale si passa in attesa dei risultati dei singoli Stati. Le diverse catene televisive (ma ormai anche i quotidiani con i loro siti web) valutano exit poll, proiezioni e poi i dati effettivi e attribuiscono - secondo i loro calcoli - uno Stato a un contendente o a un altro, via via colorando di blu (per i democratici) e di rosso (per i repubblicani) le cartine del Paese.

Tratto da: La Repubblica

1 solo, povero e solitario commento...


ladyoscar ( 4 novembre 2008 alle ore 22:57 )

grazie manu per questo post informativo.. non mi era ancora molto chiara la storia dei grandi elettori!:-)


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