domenica 23 novembre 2008

ManuBlog chiude


Avviso: ManuBlog ha cambiato indirizzo.
Potete trovarlo all'indirizzo http://manublog.org


Vi stavate chiedendo dove ero sparito, eh?
No? A beh, scusate...

Ma per quelli a cui interessa ho fatto una sorpresa.
Da oggi, ManuBlog chiude.
Cosa sono quelli sguardi terrorizzati? Non è un'addio.

Volete sapere dove è andato a finire ManuBlog? Allora continuate a leggere...

venerdì 21 novembre 2008

La giornata tipo dello studente medio


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 ore 12: "MERDA! avevo la sveglia alle 8 e l'ho spenta... e nemmeno mi ricordo di averlo fatto... evidentemente 4 ore di sonno erano proprio troppo poche..... dai dai, ora però STUDIO"

ore 13: "dai dragon ball, finchè finisce, posso anche guardarlo... un po' di tempo dopo colazione per svegliarmi bene devo averlo... così poi STUDIO"

ore 14: "guardo solo una cosa su facebook e poi mi metto e STUDIO"

ore 15: "spe non posso perdermi sto discorso importante... il mio amico ha bisogno di me, devo tirargli su il morale in chat. Sono un altruista. Poi STUDIO dai"

ore 16: "ho una certa sete.. un po' di fame.. solo un biscottino, una tazza di tè... in fondo non ho ancora pranzato... faccio un giro in cucina e poi STUDIO"

ore 17
: "chi cacchio è che mi scrive?? ...nooo è Giorgio che vuole venir qui a fare un giro... beh gli dico che si porti un quaderno e studiamo insieme... oppure sta qui solo 10 minuti che poi io STUDIO"

ore 18: "beh, mi riposo un attimo, un po' di pausa, non posso mica sempre stare qua sui libri... guardo chi mi ha scritto su facebook e poi STUDIO"

ore 19
: "meglio che inizi a farmi da mangiare, così poi ho tempo prima di cena e STUDIO"

ore 20: "uff ora ho fame, beh dai mangio ora così poi STUDIO dopo cena"

ore 21: "bello questo film! ne guardo un pezzo e poi STUDIO"

ore 22
: "Wow i miei amici escono un po' in piazza... devo coltivare anche i miei rapporti sociali, oltre che la mia cultura no? Quindi ora esco e poi però STUDIO"

ore 23: "Oddio sono ubriaco... 2 minuti che mi passi la balla, in ste condizioni non ce la faccio mica... ma poi STUDIO"

ore 00: "beh ma non posso mettermi a studiare a ste ore, non recepisco niente... meglio che ormai lasci perdere, domani è un giorno nuovo e STUDIERò!!!"


E FU COSI' CHE UN'ALTRA GIORNATA FINI'
 
Ehm.... E' anormale se mi ritrovo in quasi tutti i punti?

mercoledì 19 novembre 2008

Notizie Flash - Silvio, che burlone!


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Dopo l'ipotesi Air-France, Berlusconi ha aperto a Lufthansa come partner straniero di Alitalia.
Insomma: mantenuta la promessa di tenere italiana la compagnia di bandiera.

Gigi D'Alessio ha confessato di aver cantato anche per i camorristi: "Mi minacciavano di morte, non potevo rifiutare".
La domanda semmai, è come fa ad essere vivo anche dopo aver cantato.

"Chi è questo idiota?! .....Ah, ciao Silvio..."
Angela Merkel, dopo la gag del nostro simpaticissimo premier.

Doccia fredda per il Governo dalla Corte dei Conti. Secondo i calcoli, infatti, mancano nelle casse dello Stato 5,2 miliardi di euro a causa degli sciagurati condoni fiscali introdotti dal "creativo" Tremonti.
Secco il commento del "Tvemonti": "Credevo peggio".

Di Pietro: "Berlusconi è un corruttore politico".
Il Premier chiama in diretta Ballarò: "L'On. Di Pietro mi sminuisce sempre: io ho corrotto anche guardia di finanza, giudici, dirigenti RAI, avvocati e senatori!".

lunedì 17 novembre 2008

Il sistema universitario europero e americano


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E' passata qualche settimana dagli scioperi studenteschi e da quando il tema dell'Università era sulla cresta dell'onda. Oggi volevo fare un discorso proprio relativo all'Università, e soprattutto alle differenze tra il sistema universitario italiano (o meglio Europeo, con qualche eccezione nordica) e americano (o meglio anglossasone).

Parto da una considerazione elementare.
Secondo un Report del 2000, commissionato dalla European Education Commission, gli Stati Uniti spendono 36.500 Euro per studente contro gli 8.700 Euro dell'Europa. Inoltre per quanto riguarda i fondi per la ricerca, c'è un GAP di 10.000 Euro a studente (ovviamente a favore degli States).

Il modello che più si avvicina a quello statunitense è quello dell'Europa del Nord, ossia Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Questi paesi hanno un approcio diverso al sistema universitario, ma condividono la filosofia di fondo e soprattutto sono vicini nei risultati.
In primis, le Università di questi paesi non sono molte, ma sono dislocate uniformemente sul territorio riuscendo ad ottimizzare le risorse, soprattutto economiche. L'80% dei fondi vengono utilizzati dalle Università maggiori, le quali devono rendere conto del come e del perchè delle ricerche che compiono; i fondi, così utilizzati in maniera ottimale e controllata, non vengono sprecati e servono a formare realmente gli studenti.
Gli investimenti per studente sono molto elevati (la Svezia investe il 7% del suo PIL nell'istruzione, contro il misero 3,8% dell'Italia) e l'integrazione internazionale con gli altri Atenei è ottima, sviluppando un'eccezionale rete Erasmus.

Questo modello, per, rimane un caso a sè stante, figlio di Paesi che poco hanno da spartire con gli altri Paesi Europei anche sul piano economico, politico e sociale. Dando uno sguardo oltreoceano, e più precisamente negli Stati Uniti, ci accorgiamo che le cose cambiano radicalmente.
Potremmo stare ore a discutere del sistema universitario statunitense, che è pieno di pecche (a cominciare dal fatto che le famiglie devono accendere un mutuo per farvi accedere i figli). Le barriere (economiche) all'ingresso sono altissime, ma questo deriva dal sistema sociale americano, assolutamente NON Welfare State.
Chiusa la parentesi, una volta riusciti ad entrare, il sistema universitario degli Stati Uniti è uno dei più avanzati al mondo, polo per antonomasia dell'eccellenza scientifica e elettronica. Un sistema ideato per far avanzare i migliori, formare i professionisti, premiare l'eccellenza.
Guardiamo alle cosiddette Research University: Harvard, MIT, Stanford. Da queste Università sono uscite persone come Larry Page e Sergey Brin (gli inventori di Google), Bill Gates (non ha bisogno di presentazioni), e molti altri. Proprio Page e Brin, laureati alla Stanford University, hanno potuto creare il motore di ricerca più potente del mondo, grazie ad un finanziamento di diversi milioni di dollari quando erano poco più che ventenni. Ma li si possono ancora chiamare investimenti, visto che si stanno puntando soldi sui giovani più preparati di tutto il mondo, che studiano in un ambiente ultra competitivo.

Sulle modalità d'ingresso all'Università dico ancora una cosa.
A mio parere l'Università dovrebbe essere aperto a tutti e ad ingresso libero (comprese le facoltà tradizionalmente a numero chiuso come medicina). Dovrebbe essere poi il sistema educativo a scremare i grandi numeri. In un sistema veramente formativo, la scrematura sarebbe qualitativa e non quantitativa. Il vero problema non è se escono 300 o 1000 medici all'anno, ma la loro preparazione.

Nel sistema anglosassone gli esami di un certo anno devono essere superati in quel dato anno.
Se non si riesce l'Università scrive una bella lettera di raccomandazione per una Università inferiore per dire che non siete poi malaccio, ma NON siete adatti alla loro Università. Si scende di livello. E in un sistema dove il nome dell'Università è fondamentale, lo studente non può permettersi il lusso di perdere tempo.
In un sistema, invece, come quello italiano che permette una ripetizione praticamente infinita degli esami, non può formare delle figure professionali efficienti, ossia capaci di svolgere un determinato compito nel minor tempo possibile e nel miglior modo possibile.

Infine, un accenno al numero di corsi. La Gelmini su di una cosa ha ragione.
No, non esistono corsi con un solo studente. Però è vero che esistono 5500 corsi di laurea, la maggior parte dei quali sono identici, se non per un paio di esami. In una vera riforma dell'Università ci dovrebbe essere un accorpamento dei corsi, ed una eliminazione di tutte quelle specie di sub-facoltà, cloni riusciti male della facoltà madre, che, sbandierate come una maggiore possibilità di scelta (in realtà si è cercato di differenziare l'offerta formativa per attirare un maggior numero di studenti, dal momento che l'Italia si attestava in fondo a tutte le classifiche europee in quanto a numero di iscritti, percentuale di eccellenza, ecc..), hanno solo creato una maggior confusione e un enorme spreco di risorse e denaro.




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