domenica 31 agosto 2008

Il discorso integrale di Barack Obama a Denver (testo tradotto)


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Come promesso, dopo il video ecco proposto il testo tradotto dell'immenso discorso di Obama a Denver davanti a 84.000 persone.
Because we believe in you, Obama. Because we wanna change.


È con profonda gratitudine e grande umiltà che accetto la vostra nomination per la presidenza degli Stati Uniti.Lasciate anzitutto che ringrazi i miei avversari nelle primarie e in particolare colei che più a lungo mi ha conteso la vittoria – un faro per i lavoratori americani e fonte di ispirazione per le mie figlie e le vostre – Hillary Rodham Clinton.

Grazie anche al presidente Clinton e a Ted Kennedy, che incarna lo spirito di servizio, e al prossimo vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Il mio amore va alla prossima First Lady, Michelle Obama e a Sasha e Malia. Vi amo e sono fiero di voi.

Quattro anni fa vi ho raccontato la mia storia, la storia di una breve unione tra un giovane del Kenya e una giovane del Kansas, persone qualunque e non ricche, ma che condividevano la convinzione che in America il loro figliolo potesse realizzare i suoi sogni.

È questa la ragione per cui mi trovo qui stasera. Perchè per 230 anni ogni qual volta questo ideale americano e’ stato minacciato, gli uomini e le donne di questo Paese – studenti e soldati, contadini e insegnanti, infermieri e bidelli – hanno trovato il coraggio di difenderlo.

Attraversiamo un momento difficile, un momento in cui il Paese e’ in guerra, l’economia e’ in crisi e il sogno americano e’ stato ancora una volta minacciato.
Oggi molti americani sono disoccupati e moltissimi sono costretti a lavorare di più per un salario inferiore. Molti di voi hanno perso la casa. Questi problemi non possono essere tutti imputati al governo. Ma la mancata risposta e’ il prodotto di una politica fallimentare e delle pessime scelte di George W. Bush. L’America è migliore della nazione che abbiamo visto negli ultimi otto anni. Il nostro Paese è più generoso di quello in cui un uomo in Indiana deve imballare i macchinari con i quali lavora da venti anni e vedere che vengono spediti in Cina e poi con le lacrime agli occhi deve tornare a casa e spiegare alla famiglia cosa è successo. Abbiamo più cuore di un governo che abbandona i reduci per le strade, condanna le famiglie alla povertà e assiste inerme alla devastazione di una grande città americana a causa di un nubifragio. Stasera agli americani, ai democratici, ai repubblicani, agli indipendenti di ogni parte del Paese dico una cosa sola: basta!

Abbiamo l’occasione di rilanciare nel ventunesimo secolo il sogno americano. Siamo qui stasera perchè amiamo il nostro Paese e non vogliamo che i prossimi quattro anni siano come gli otto che abbiamo alle spalle.

Ma non voglio essere frainteso.
Il candidato repubblicano, John McCain, ha indossato la divisa delle forze armate degli Stati Uniti con coraggio e onore e per questo gli dobbiamo gratitudine e rispetto. Ma i precedenti sono chiari: John McCain ha votato per George Bush il 90% delle volte.
Al senatore McCain piace parlare di giudizio, ma di quale giudizio parla visto che ha ritenuto che George Bush avesse ragione più del 90% delle volte? Non so come la pensate, ma a me il 10% non basta per cambiare le cose.

La verità è che su tutta una serie di questioni che avrebbero potuto cambiare la vostra vita – dall’assistenza sanitaria all’istruzione e all’economia – il senatore McCain non è stato per nulla autonomo.
Ha detto che l’economia ha fatto «grandi progressi» sotto la presidenza Bush.
Ha detto che i fondamentali dell’economia sono a posto. Ha detto che soffrivamo unicamente di una «recessione mentale» e che siamo diventati una «nazioni di piagnucoloni». Una nazione di piagnucoloni. Andatelo a dire ai metalmeccanici del Michigan che hanno volontariamente deciso di lavorare di piu’ per scongiurare la chiusura della fabbrica automobilistica.

Ditelo alle famiglie dei militari che portano il loro peso in silenzio. Questi sono gli americani che conosco.
McCain sarà in buona fede ma non sa come stanno le cose. Altrimenti come avrebbe potuto dire che appartengono al ceto medio tutti quelli che guadagnano meno di 5 milioni di dollari l’anno?
Come avrebbe potuto proporre centinaia di miliardi di sgravi fiscali per le grandi aziende e per le compagnie petrolifere e nemmeno un centesimo per oltre cento milioni di americani?

Da oltre due decenni McCain è fedele alla vecchia e screditata filosofia repubblicana secondo cui bisogna continuare a far arricchire quelli che sono già ricchi nella speranza che qualche briciola di prosperità cada dal tavolo e finisca agli altri.

Perdi il lavoro? Pura sfortuna. Non hai assistenza sanitaria? Ci penserà il mercato. Sei nato in una famiglia povera? Datti da fare. È ora di cambiare l’America. Noi democratici abbiamo del progresso una idea completamente diversa.
Per noi progresso vuol dire trovare un lavoro che ti consenta di pagare il mutuo; vuol dire poter mettere qualcosa da parte per mandare i figli all’università. Per noi progresso sono i 23 milioni di nuovi posti di lavoro creati da Bill Clinton quando era presidente.

Noi misuriamo la forza dell’economia non in base al numero dei miliardari, ma in base alla possibilità di un cittadino che ha una buona idea di rischiare e avviare una nuova impresa. Vogliamo una economia rispettosa della dignità del lavoro.
I criteri con cui valutiamo lo stato di salute dell’economia sono quelli che hanno reso grande questo Paese e che mi consentono di essere qui stasera. Perchè nei volti dei giovani reduci dell’Iraq e dell’Afghanistan vedo mio nonno che andò volontario a Pearl Harbour, combattè con il generale Patton e fu ricompensato da una nazione capace di gratitudine con la possibilità di andare all’università.

Nel volto del giovane studente che dorme appena tre ore per fare il turno di notte vedo mia madre che ha allevato da sola mia sorella e me e contemporaneamente ha finito gli studi. Quando parlo con gli operai che hanno perso il lavoro penso agli uomini e alle donne del South Side di Chicago che venti anni fa si batterono con coraggio dopo la chiusura dell’acciaieria.
Ignoro che idea abbia McCain della vita che conducono le celebrità, ma questa è stata la mia vita. Questi sono i miei eroi. Queste sono le vicende che mi hanno formato. Intendo vincere queste elezioni per rilanciare le speranze dell’America.

Ma quali sono queste speranze? Che ciascuno possa essere l’artefice della propria esistenza trattando gli altri con dignità e rispetto. Che il mercato premi il talento e l’innovazione e generi crescita, ma che le imprese si assumano le loro responsabilità e creino posti di lavoro.
Che il governo, pur non potendo risolvere tutti i problemi, faccia quello che non possiamo fare da soli: proteggerci e garantire una istruzione a tutti i bambini; preoccuparsi dell’ambiente e investire in scuole, strade, scienza e tecnologia.

Il governo deve lavorare per noi, non contro di noi. Deve garantire le opportunità non solo ai più ricchi e influenti, ma a tutti gli americani che hanno voglia di lavorare. Sono queste le promesse che dobbiamo mantenere. È questo il cambiamento di cui abbiamo bisogno. E sul tipo di cambiamento che auspico quando sarò presidente voglio essere molto chiaro.

Cambiamento vuol dire un sistema fiscale che non premi i lobbisti che hanno contribuito a farlo approvare, ma i lavoratori americani e le piccole imprese. Il mio programma prevede tagli fiscali del 95% a beneficio delle famiglie dei lavoratori. In questa situazione economica l’ultima cosa da fare e’ aumentare le tasse che colpiscono il ceto medio.

E per l’economia, per la sicurezza e per il futuro del pianeta prendo un impegno preciso: entro dieci anni sarà finita la nostra dipendenza dal petrolio del Medio Oriente. Da presidente sfrutterò le nostre riserve di gas naturale, investirò nel carbone pulito e nel nucleare sicuro. Inoltre investirò 150 miliardi di dollari in dieci anni sulle fonti energetiche rinnovabili: energia eolica, energia solare, biocombustibili.

L’America deve pensare in grande. È giunto il momento di tenere fede all’obbligo morale di garantire una istruzione adeguata a tutti i bambini. Assumerò un esercito di nuovi insegnanti pagandoli meglio e appoggiandoli nel loro lavoro.
È giunto il momento di garantire l’assistenza sanitaria a tutti gli americani. È giunto il momento di garantire ai lavoratori il congedo per malattia retribuito perché in America nessuno dovrebbe scegliere tra mantenere il lavoro o prendersi cura di un figlio o di un genitore ammalato. È giunto il momento di realizzare la parità salariale tra uomini e donne perché voglio che le mie figlie abbiano esattamente lo stesso trattamento dei vostri figli.

Molti di questi programmi richiederanno grossi investimenti ma ho previsto la copertura finanziaria per ogni progetto di riforma. Ma realizzare le speranze americane comporta qualcosa di più del denaro. Comporta senso di responsabilità e la riscoperta di quella che John F. Kennedy definì «la forza morale e intellettuale». Ma il governo non può fare tutto. Nessuno può sostituire i genitori. Il governo non può spegnere il televisore nelle vostre case per far fare i compiti ai figli e non è compito del governo allevare i figli con amore.

Responsabilità personale e collettiva: è questo il senso delle speranze americane.Ma i valori dell’America vanno realizzati non solo in patria, ma anche all’estero. John McCain dubita delle mie capacità di fare il comandante in capo. Mi ha sfidato a sostenere un dibattito televisivo su questo tema. Non mi tirerò indietro. Dopo l’11 settembre mi sono opposto alla guerra in Iraq perché ritenevo che ci avrebbe distratto dalle vere minacce. John McCain ama ripetere che è disposto a seguire Bin Laden fino alle porte dell’inferno, ma in realtà non vuole andare nemmeno nella grotta in cui vive.

L’Iraq ha un avanzo di bilancio di 79 miliardi di dollari mentre noi sprofondiamo nel deficit eppure John McCain, testardamente, si rifiuta di mettere fine a questa guerra insensata. Abbiamo bisogno di un presidente capace di affrontare le minacce del futuro e non aggrappato alle idee del passato. Non si smantella una rete terroristica che opera in 80 Paesi occupando l’Iraq. Non si protegge Israele e non si dissuade l’Iran facendo i duri a parole a Washington. Non si può fingere di stare dalla parte della Georgia dopo aver logorato i rapporti con i nostri alleati storici.
Se John McCain vuol continuare sulla falsariga di Bush, quella delle parole dure e delle pessime strategie, faccia pure, ma non è il cambiamento che serve agli americani. Siamo il partito di Roosevelt. Siamo il partito di Kennedy. E quindi non venitemi a dire che i democratici non difenderanno il nostro Paese. Come comandante in capo non esiterò mai a difendere questa nazione.

Metterò fine alla guerra in Iraq in maniera responsabile e combatterò contro Al Qaeda e i talebani in Afghanistan. Rimetterò in piedi l’esercito. Ma farò nuovamente ricorso alla diplomazia per impedire all’Iran di dotarsi di armi nucleari e per contenere l’aggressività russa. Creerò nuove alleanze per vincere le sfide del ventunesimo secolo: terrorismo e proliferazione nucleare; povertà e genocidio; cambiamento climatico e malattie. E ripristinerò la nostra reputazione morale perchè l’America torni ad essere per tutti il faro della speranza, della libertà, della pace e di un futuro migliore.

È questo il mio programma. Sono tempi duri, la posta in gioco è troppo alta perchè si continui a demonizzare l’avversario. Il patriottismo non ha bandiere di partito. Amo questo Paese, ma lo ama anche John McCain. Gli uomini e le donne che si battono sui campi di battaglia possono essere democratici, repubblicani o indipendenti, ma hanno combattuto insieme e spesso sono morti insieme per amore della stessa bandiera.

Il compito che ci aspetta non è facile. Le sfide che dobbiamo affrontare comportano scelte difficili e sia i democratici che i repubblicani debbono abbandonare le vecchie, logore idee e la politica del passato. Negli ultimi otto anni non abbiamo perso solamente posti di lavoro o potere d’acquisto; abbiamo perso il senso dell’unità di intenti. Possiamo non essere d’accordo sull’aborto, ma certamente tutti vogliamo ridurre il numero delle gravidanze indesiderate.

Il possesso delle armi da fuoco non è la stessa cosa per i cacciatori dell’Ohio e i cittadini di Cleveland minacciati dalle bande criminali, ma non venitemi a dire che violiamo il secondo emendamento della Costituzione se impediamo ai criminali di girare con un kalashnikov. So che ci sono divergenze sul matrimonio gay, ma sono certo che tutti siamo d’accordo sul fatto che i nostri fratelli gay e le nostre sorelle lesbiche hanno il diritto di fare visita in ospedale alla persona che amano e hanno il diritto a non essere discriminati. Una grande battaglia elettorale si vince sulle piccole cose.

So di non essere il candidato più probabile per questa carica. Non ho il classico pedigree e non ho passato la vita nei Palazzi di Washington. Ma stasera sono qui perchè in tutta l’America qualcosa si sta muovendo. I cinici non capiscono che questa elezione non riguarda me. Riguarda voi. Per 18 mesi vi siete impegnati e battuti e avete diffusamente parlato della politica del passato. Il rischio maggiore è aggrapparsi alla vecchia politica con gli stessi vecchi personaggi e sperare che il risultato sia diverso.

Avete capito che nei momenti decisivi come questo il cambiamento non viene da Washington. È Washington che bisogna cambiare. Il cambiamento lo chiedono gli americani. Ma sono convinto che il cambiamento di cui abbiamo bisogno è alle porte. L’ho visto con i miei occhi. L’ho visto in Illinois dove abbiamo garantito l’assistenza sanitaria ai bambini e dato un posto di lavoro a molte famiglie che vivevano con il sussidio di disoccupazione.
L’ho visto a Washington quando con esponenti di entrambi i partiti ci siamo battuti contro l’eccessiva invadenza dei lobbisti e quando abbiamo presentato proposte a favore dei reduci. E l’ho visto nel corso di questa campagna elettorale.

L’ho visto nei giovani che hanno votato per la prima volta, nei repubblicani che non avrebbero mai pensato di poter scegliere un democratico, nei lavoratori che hanno scelto di auto-ridursi l’orario di lavoro per non far perdere il posto ai compagni, nei soldati che hanno perso un arto, nella gente che accoglie in casa un estraneo quando c’è un uragano o una inondazione. Il nostro è il Paese più ricco della terra, ma non è questo che ci rende ricchi. Abbiamo l’esercito più potente del mondo, ma non è questo che ci rende forti. Le nostre università e la nostra cultura sono l’invidia del mondo, ma non è per questo che gente di ogni parte del mondo viene in America.

È lo spirito americano – quella promessa americana – che ci spinge ad andare avanti anche quando il cammino sembra incerto. Quella promessa è il nostro grande patrimonio. È la promessa che faccio alle mie figlie quando rimbocco loro le coperte la sera, la promessa che ha indotto gli immigranti ad attraversare gli oceani e i pionieri a colonizzare il West, la promessa che ha spinto i lavoratori a lottare per i loro diritti scioperando e picchettando le fabbriche e le donne a conquistare il diritto di voto.

È la promessa che 45 anni fa fece affluire milioni di americani a Washington per ascoltare le parole e il sogno di un giovane predicatore della Georgia. Gli uomini e le donne lì riuniti avrebbero potuto ascoltare molte cose. Avrebbero potuto ascoltare parole di rabbia e di discordia. Avrebbero potuto cedere alla paura e alla frustrazione per i tanti sogni infranti. Ma invece ascoltarono parole di ottimismo, capirono che in America il nostro destino è inestricabilmente legato a quello degli altri e che insieme possiamo realizzare i nostri sogni. «Non possiamo camminare da soli», diceva con passione il predicatore. «E mentre camminiamo dobbiamo impegnarci ad andare sempre avanti e a non tornare indietro».
America, non possiamo tornare indietro. C’è molto da fare. Ci sono molti bambini da educare e molti reduci cui prestare assistenza. Ci sono una economia da rilanciare, città da ricostruire e aziende agricole da salvare. Ci sono molte famiglie da proteggere. Non possiamo camminare da soli. In questa campagna elettorale dobbiamo prendere nuovamente l’impegno di guardare al futuro.

Manteniamo quella promessa – la promessa americana. Grazie. Che Dio vi benedica. Che Dio benedica gli Stati Uniti d’America.

sabato 30 agosto 2008

Il discorso integrale di Barack Obama a Denver


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Ecco il video dell'immenso discorso pronunciato da Barack Obama a Denver, davanti a 84.000 persone.
Because we are with you, Obama. Because yes, we can.



A breve la traduzione scritta..

venerdì 29 agosto 2008

E infine uscimmo a riveder le stelle..


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Questa è una di quelle notti in cui non riesco a dormire.
Mi capita spesso ultimamente. E come sempre, per sfogarmi scrivo.
Gran brutta bestia la solitudine.
La solitudine ti fa pensare.
La solitudine ti fa riflettere.
La solitudine ti denuda perchè ti fa scavare dentro te stesso, nelle tue paure.

Non so perchè negli ultimi tempi abbia preso il sopravvento il mio lato oscuro.
Forse troppe situazioni da chiarire. Forse la paura di non farcela. Forse una situazione sentimentale incerta.
Forse dovrei smetterla di dire stronzate e dovrei iniziare a fare ordine nella mia vita.
Forsei dovrei capire che è tardi e correre ad abbracciare Morfeo.

giovedì 28 agosto 2008

Una tetta ci seppellirà / 2


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Secondo, e spero ultimo, episodio della saga "Tette sovrumane"
Perchè quando è troppo è troppo!

ManuBlog anche sui cellulari!


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Informazione di servizio: da oggi ManuBlog sarà accessibile anche da telefoni cellulari e smartphone all'indirizzo http://manublog.mofuse.mobi/.
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Così saremo sempre vicini vicini!!

Una tetta ci seppellirà / 1


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Non so se siano vere, ma povero il suo fidanzato...

mercoledì 27 agosto 2008

Lezione di giornalismo


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Polemiche su Gianfranco Fini. Il Presidente della Camera, infatti, ha fatto un'immersione in una zona protetta nel parco nazionale di Giannutri.
Legambiente denuncia: "I parchi naturali non sono piscine riservate alle alte cariche dello Stato".
Mario Tozzi, Presidente del parco nazionale, si giustifica: "Non ne ero a conoscenza, nessuno mi ha chiesto il permesso, né tanto meno avrei potuto concederlo, perché in quel tratto di mare nessuno può fare il bagno, per non parlare delle immersioni subacquee".
Gianfranco Fini si scusa: "Non abbiamo alcuna difficoltà a commentare una colpevole leggerezza non conoscendo esattamente i confini dell'area protetta".
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Quante parole buttate al vento.
Ma a chi c@##o gliene frega di quello che ha fatto Fini??
Tanto, grazie al Lodo Schifo-Alfano, avrebbe anche potuto sparare ad una famiglia di panda in estinzione, tagliare la gola al suo aiutante e berne il sangue o dar fuoco alla barca con tutto l'equipaggio, senza dover subire una qual minima conseguenza.
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Diamo notizie interessanti eccheccacchio!

"I gay? Se si pentono li perdoniamo..."


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Girovagando su Youtube ho trovato questo video di Travaglio che mi ha fatto letteralmente pisciare dal ridere.
Un pò vecchio, ma sempre geniale.


martedì 26 agosto 2008

Intitled


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Eccomi tornato.
In realtà ho già scritto un articolo dal mio ritorno, ma quello non ero io; quello era il frutto di una schizoide alitata colorata sul grigio torpore delle mie meningi assopite.
L'ho scritto di botto come l'ho pensato.

E' un periodo un pò così. Sono lunatico di natura. Sono altresì pigro che combinato al mio umore ballerino non mi rende un soggetto avvicinabile in certi periodi. Confusione, tanta confusione.
Soprattutto voglia di evadere, con la testa prima che con il fisico.

Voglia di urlare e mandare tutti a quel paese.
Poi ci ripenso, perchè a quel paese ci voglio andare io.
Sono pieno di esami e ancora più pieno di lavoro per Settembre. Giuro che se sopravvivo a questo mese...

Voglia di chiarirmi dentro, di esplorarmi e trovare quelle zone non contaminate dalle stronzate che dico e che penso; voglia di stare un pò con me stesso...

Scusate per la sequenza sconclusionata di vocali e consonanti con cui ho stuprato la vostra povera coscienza per qualche secondo.. ma questo è il mio blog e a volte ho bisogno di urlare..

domenica 24 agosto 2008

Riepilogo flash Olimpiadi di Pechino 2008


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Michael Phelps ha concluso le Olimpiadi con 8 medaglie d'oro. Per riequilibrare la sfida si è disposto per Phelps di nuotare con tutte le medaglie al collo.

Usain Bolt, il figlio della Luce, è entusiasta per la straordinaria performance olimpica.
Meno raggiante la compagna, che ha dichiarato: "E' un fulmine proprio in tutto..".

Grandiosa prova della Cina che con 51 ori ha fatto impallidire persino il medagliere Statunitense.
Il regime cinese, infatti, ha stravinto in specialità quali "Salto della Democrazia", "Tiro al tibetano", "Esecuzioni sommarie" e "Lancio dei Diritti".

Infondate le voci sul pericolo censura di Internet. I giornalisti presenti a Pechino affermano: "Youporn va che è una bellezza!".

Insolita vittoria di un Kenyano nella Maratona Olimpica. "Per vincere" - ha dichiarato Samuel Kamau Wansiru - "ho ascoltato il mio lettore mp3 con la compilation degli spari della guerra civile in Kenya. Mi fanno sentire a casa..."

Pronta la replica del Governo Cinese alle continue preoccupazioni degli atleti nei confronti del smog pechinese: "Adotteremo la soluzione che ha salvato l'Italia: una domenica al mese senza macchine!"

mercoledì 13 agosto 2008

Finalmente le ferie!


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 Quando leggerete questo post io sarò giù sul treno; ho infatti programmato questo post per le 12.00 e per quell'ora io sarò già alla Stazione Centrale di Milano, pronto per prendere l'Intercity direzione Roma. Poi da li l'Eurostar, dritto fino a Lamezia Terme, Calabria.
Ebbene sì: dopo un lungo anno di studio e lavoro anche io mi prendo le meritate ferie.
Una decina di giorni, non di più, giusto il tempo di prendere un pò di sole, mangiare due arancini e ricaricare le pile. A settembre mi aspetta un massacro: 4 esami dell'università e un mese pieno di lavoro. A ottobre farò la vera vacanza; spero di andare in Brasile, a Fortaleza (lo spero Luca ;-), ma devo convincere i miei amici :-(

Colgo l'occasione per ringraziare tutti i blogger (soprattutto Andrew, Convolvolo21, Suburbia, Stefanodilettomanoppello, Bruno Carioli e Pellescura) che sono stati sempre presenti, soprattutto nell'ultimo periodo. Che dire: vi auguro a tutti una buona vacanza e arrivederci a fine mese

martedì 12 agosto 2008

91 motivi per cui è meglio essere donna


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Dopo i 90 motivi per cui è meglio essere uomo, per par-condicio pubblico i 91 motivi per cui è meglio essere donna. Perchè uno in più? Perchè le donne hanno qualcosa in più degli uomini ;-) (donne mi dovete un favore..)

1. Puoi arrivare in ritardo agli appuntamenti evitando di dover aspettare al freddo
2. Vedi nude le tue amiche
3. Quando vai in bagno non rischi di bagnare la tavoletta
4. Se una sera vuoi far sesso trovi sempre qualcuno disponibile senza doverlo pagare
5. Se esci con un ragazzo paga lui
6. Per baccagliare un ragazzo in discoteca non devi offrirgli da bere
7. Se scoppia una guerra sei l’ultima a morire
8. Sai che i resoconti sulla vita sessuale delle tue amiche sono veri
9. Se hai le tue cose puoi mandare al diavolo chiunque senza dovergli chiedere scusa dopo
10. Non ti fai paranoie per “quanto ce l’hai lungo”
11. Quando ti svegli dopo una notte passata con lui non hai brutte sorprese: è brutto come la sera prima
12. Ti cedono il posto sull’autobus
13. Se lui va allo stadio puoi uscire con le tue amiche e poi rinfacciargli di averti lasciata sola
14. Mater semper certa, pater nunquam…
15. Con una gonna corta ottieni qualsiasi cosa
16. Se sei lesbica diventi intrigante, se sei omosessuale sei una checca
17. Se partorisci ti fanno restare a casa da lavoro e in più ti pagano
18. Finite le superiori puoi lavorare immediatamente: nessuno si chiederà se sei militebesente
19. Non ti angosci la vita pensando alle tue prestazioni amorose
20. Gli uomini credono a tutto ciò che dici
21. Se sei eccitata nessuno ti prenderà in giro perché hai un alzabandiera nei pantaloni
22. Non devi regalare un anno della tua vita allo stato
23. Se fai l’autostop ti danno subito un passaggio
24. Se lui ha freddo non devi dargli la tua giacca
25. Decidi tu da che parte del letto dormire
26. Se lo tradisci non lo capirà da un po’ di rossetto sul colletto della camicia
27. Se vai a vivere da sola non muori di fame
28. Nessuno si aspetta che tu faccia un lavoro pesante
29. Non devi risparmiare per un anno per regalare al tuo lui un brillante a Natale
30. Ti fanno sempre entrare in discoteca
31. Spesso in discoteca hai l’entrata gratuita o comunque scontata
32. Se vedi un film dell’orrore non devi far finta di non avere paura
33. Puoi indossare sia la gonna sia i pantaloni
34. Se sei bruttina puoi migliorare (un uomo brutto è senza scampo!)
35. Se ti devono fare un regalo per il tuo compleanno hanno una scelta un po’ più ampia del solito cravatta-pullover-orologio-sciarpa-camicia-dopobarba
36. Sai stirare una camicia
37. Se sei a un concerto non devi prenderti in spalla il tuo fidanzato
38. Puoi fare felice il tuo fidanzato semplicemente fingendo un orgasmo
39. Le magliette bianche nei parchi acquatici le mettiamo di proposito
40. Se ci fermano i carabinieri difficilmente è per farci una multa
41. Quando sei in topless nessuno viene a chiederti come mai sei scesa in spiaggia con una flanella di lana nera
42. Possiamo mettere un perizoma leopardato senza creare una crisi isterica di riso
43. Non torniamo puzzolenti da lavoro
44. Se fai la cameriera prendi più mancie di un tuo collega maschio
45. Per un aumento di stipendio basta scoparsi il direttore
46. Non devi avere per forza una bella macchina
47. Se metti un paio di calzini bianchi lui non penserà che sei una sfigata
48. Non devi essere per forza intelligente
49. Se divorzi è lui che paga gli alimenti
50. Nei bar affollati non devi aspettare per ore per essere servita
51. Se aspetti per ore è perchè il barista ti sta puntando e non ti farà pagare da bere
52. Puoi decidere come sarà tuo figlio entrando in una banca del seme
53. Puoi decidere se tenere un figlio o no
54. Dopo la prima non devi aspettare due ore prima di ritentare la seconda
55. Se ci masturbiamo non sporchiamo il bagno
56. Non passiamo gli intervalli della 5^ elementare coi nostri compagni e un righello in mano
57. Dopo l’ allenamento non cadiamo in depressione guardando il nostro vicino di doccia superdotato
58. Il nostro concetto di arredamento va oltre alle file di bottiglie di Jack Daniels su una mensola
59. E.R. Medici in prima linea : George Clooney
60. A Capodanno per divertirci non dobbiamo guardare “Cicciolina ai Mondiali”
61. Se un uomo ci baccaglia in discoteca siamo sicuri che “ce lo dà”
62. I preservativi alla frutta sappiamo solo noi che gusto hanno
63. Se lui è ubriaco possiamo rifiutarci di assisterlo
64. Se sei ubriaca non ti abbandonano
65. Se sei sadomaso è sempre lui ad essere portato al guinzaglio
66. Tu ne hai uno , noi ne possiamo avere quanti ne vogliamo
67. Un uomo non conosce la gioia di quando ti arriva il ciclo dopo 10 giorni di ritardo
68. I soldi che ti regalano per i tuoi 18 anni non servono per la tua iniziazione al sesso
69. A parte questo conosciamo altri 100 modi per far godere un uomo
70. Possiamo entrare in un college femminile
71. Se hai la macchina in panne si ferma sempre qualcuno a cambiarti la ruota
72. Sappiamo cosa vuol dire “igiene intima” e “igiene orale”
73. Ci possiamo far crescere i capelli senza venir chiamate drogate
74. Se ci vestiamo di rosa non ci prendono per checche
75. Voi non avete un push-up a cui affidarvi
76. Puoi incastrare un uomo rimanendo incinta
77. Se uccidi un uomo durante il ciclo hai un’attenuante
78. Se non hai voglia di depilarti metti i pantaloni. Se un uomo non ha voglia di radersi non può mettere un passamontagna
79. C’è sempre qualcuno che ti fa un complimento
80. Se piangi guardando un film non ti devi nascondere
81. C’è sempre qualcuno a cui telefonare nei momenti di solitudine
82. Le nostre macchine non sono mai parcheggiate lungo i marciapiedi di periferia
83. Se la nostra squadra va in B non piangiamo fino al suo ritorno in A
84. Non è mai la moglie dell’arbitro a essere cornuta
85. Al di là del risultato contano i calciatori
86. Se siamo basse possiamo mettere i tacchi senza che ci scambino per uno dei Cugini di campagna
87. Il massimo del nostro divertimento non è una gara di rutti con gli amici
88. Non dobbiamo aspettare Carnevale per vestirci da uomo
89. Siamo convinte che non tutti gli uomini siano stupidi (è che qualcuno abbassa la media!)
90. Potremmo smettere qua, ma stiamo parlando con dei maschi e loro continuano a sostenere che sia la quantità e non la qualità a contare…
91. Se ci proviamo con un amico non verrà mai a dirci che abbiamo rovinato il nostro rapporto

Chop suey


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I, cry, when angels deserve to die
Father, father, father, father
Father into your hands, I commend my spirit
Father into your hands
why have you forsaken me
In your eyes forsaken me
In your thoughts forsaken me
In your heart forsaken, me oh


         Quando un angelo merita di morire?

Brunetta il moralizzatore


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Si estende l'effetto Brunetta e Trenitalia non ne è immune.
Beccato con le mani nella marmellata un operaio intento a timbrare il cartellino per sè stesso e altri sette operai.
Siamo in Italia cribbio, e il biglietto non si timbra!

Ieri, inoltre, il ministrone anti-grattapalle ha voluto fare una bella operazione simpatia: un concorso  di vignette proprio sul ministro e la sua linea dura. Ecco, la vignetta che secondo me meglio rappresenta l'ipocrisia del Governo:

lunedì 11 agosto 2008

Consumo di alcool. Cause, effetti secondari e possibili soluzioni.


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1. Sintomo: piedi freddi e umidi
· Causa: hai afferrato il bicchiere secondo un angolo di presa non corretto
· Soluzione: gira il bicchiere fino a che la parte aperta rimanga verso l'alto

2. Sintomo: piedi caldi e bagnati
· Causa: ti sei pisciato addosso
· Soluzione: vai ad asciugarti nel bagno più vicino

3. Sintomo: la pareti di fronte è piena di luci
· Causa: sei caduto di schiena
· Soluzione: posiziona il tuo corpo a 90° rispetto al pavimento

4. Sintomo: la bocca è piena di cenere di sigarette
· Causa: sei caduto con la faccia in un portacenere
· Soluzione: sputa tutto e sciacquati la bocca con una buona birra

5. Sintomo: il pavimento è torbido e sbiadito

· Causa: stai guardando attraverso il bicchiere vuoto
· Soluzione: riempi il bicchiere con un buon vino

6. Sintomo: il pavimento si sta muovendo
· Causa: ti stanno trascinando per terra
· Soluzione: domanda per lo meno dove ti stanno portando

7. Sintomo: il riflesso della tua faccia ti guarda con insistenza dall'acqua
· Causa: hai la testa nel cesso e stai cercando di vomitare
· Soluzione: metti il dito (in gola)

8. Sintomo: senti che la gente parla producendo un misterioso eco
· Causa: stai tenendo il bicchiere sull'orecchio
· Soluzione: smettila di fare il pagliaccio

9. Sintomo: la discoteca si muove molto, la gente è vestita di bianco e la musica è molto ripetitiva.
· Causa: sei in ambulanza
· Soluzione: non ti muovere: possibile coma etilico o congestione alcolica.

10. Sintomo: tuo padre è molto strano e tutti i tuoi fratelli ti guardano con curiosità
· Causa: hai sbagliato casa
· Soluzione: domanda se per caso sanno dove abiti

11. Sintomo: un enorme fuoco di luce ti acceca la vista
· Causa: sei per strada sbronzo...ed è già giorno
· Soluzione: cappuccio, cornetto e una buona dormita

Soldato! Uno zingaro mi ha rubato la borsetta!


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Il Popolo della Libertà (Condizionata) ha vinto le elezioni su due punti: le tasse e la sicurezza.
Che i pensieri di Berlusconi fossero altri lo ha capito persino un bambino: nei primo cento giorni gli unici provvedimenti attuati con velocità stupefacente sono stati quello relativo alle intercettazioni, il Lodo Alfano e la chiusura dell'ufficio dell'Alto Commissario contro la corruzione.
Effettivamente, solo uno stolto poteva pensare che i bisogni di un anziano massone miliardario potessero essere uguali ai suoi.

Capitolo Sicurezza. Un indagine svolta da Demos & Pi rivela che 9 italiani su 10 pensano che la criminalità sia cresciuta, e 7 italiani su 10 crede che tutto ciò sia colpa degli stranieri.
In realtà, come dimostrano ricerche e dati delle compagnie assicurative, la criminalità in Italia non è aumentata: è rimasto invariato sia il numero di omicidi, che di rapine, che di violenze sessuali (o perlomeno in linea con la media annuale italiana, pari al 6-7%).
Perchè allora questo senso di insicurezza? La risposta è semplice quanto banale: la televisione.
La televisione ci informa sul mondo e sulla realtà: essa non ha fatto altro che mandare in onda per mesi durante il Governo Prodi notizie di rapine, omicidi e stupri.
Avete notato che negli ultimi mesi il numero di notizie del genere in Tv è drasticamente calato?
Non sono calati gli omicidi e gli stupri (questa gente non va in vacanza solo perchè siamo ad Agosto), è calata l'attenzione mediatica nei loro riguardi.
Ma perchè bombardare la gente con queste notizie (una ricerca ha dimostrato che una puntata media del TG4 e Studio Aperto conteneva 3,4 notizie di cronaca nera sulla media di 8,2 notizie al giorno), creando artificialmente questo senso di paura?
Semplice: è scientificamente dimostrato che quando una persona prova paura o senso di insicurezza, abbassa il suo livello razionale; subentra a livello inconscio un'abbandono della razionalità a favore di atteggiamenti istintivi come la difesa della "specie" (da qui l'aumento spaventoso di violenza e razzismo) e la ricerca di un leader. Una persona spaventata è più facile da convincere e controllare.

Ed ecco il colpo geniale: Berlusconi "ascolta" il popolo e da loro quello che vuole, ossia da la soluzione per il problema che lui stesso ha creato e ne riceve i meriti!!
I soldati nelle strade sono una soluzione ovviamente demagogica.
Non solo perchè possono arrestare solo in flagranza di reato (ma in flagranza di reato possono arrestare tutti, persino la Municipale), ma per la loro presenza intrinseca.
Come scrive l'Economist: "L'Italia non è la Colombia"; una operazione così grossa serve ovviamente solo a mostrare al popolo bue di essersi interessati al loro problema.
Ma in un Paese dove la Mafia è padrona di tutto e, insieme alla corruzione, blocca lo sviluppo economico del Paese stesso come si può credere che una manica di soldati male armati che corrono dietro a dei bambini rom, possano realmente servire a combattere la criminalità.
Se a questo Governo interessava realmente la sicurezza dei suoi cittadini, avrebbe realizzato un decreto d'urgenza (sì, proprio come il Lodo Schifo-Alfano) e avrebbe mandato l'esercito dove realmente serviva: nel Sud a combattere la Mafia sul territorio, o negli uffici della Pubblica Amministrazione a scoprire gli abusi di ufficio e le mazzette. Invece si abbassano le pene contro i reati dei colletti bianchi e si mandano i soldati nelle strade a guardare le fighe in Piazza Duomo.

sabato 9 agosto 2008

Berlusconi suona, l'Italia brucia


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Questa volta sarebbe dovuto essere differente. Silvio Berlusconi trasudava sobria responsabilità durante il suo tentativo di essere rieletto in Aprile alla carica di primo ministro.


C’erano altre ragioni per le quali sperare che avrebbe governato nell’interesse del paese, pittusto che nel proprio. Si sapeva che aspirasse alla carica di Presidente della Repubblica e perciò che avrebbe dovuto acquisire un aura da statista. Una ragione del fallimento del suo primo mandato è stata la resistenza alle riforme liberali da parte dell’UDC, che non fa più parte della coalizione. E sembrava avesse risolto le sue personali difficoltà con una serie di leggi ad personam che gli avevano messo al sicuro la sua posizione di fronte alla legge e protetto il suo impero finanziario.

Tuttavia, dieci settimane dopo il giuramento del nuovo governo Berlusconi, l’agenda politica è dominata più che mai dai suoi affari personali e aziendali. Nella sua breve vita, il governo ha proposto almeno quattro provvedimenti ad personam.
Uno era stato pensato per eludere la Corte Europea di Giustizia in merito a una sentenza che stabiliva che Rete 4, uno dei tre canali televisivi della rete Mediaset di Berlusconi, stava occupando frequenze televisive che dovono essere assegnate a un altro operatore. Il governo ha proposto un decreto per evitare che Rete 4 venga spostata sul satellite, ma l’opposizione che scatenò fù così violenta che lo costrinse a ritirare il testo per “riformularlo”.

Un secondo decreto mirava a restringere le intercettazioni telefoniche durante le indagini giudiziarie, e anche la pubblicazione delle trascrizioni. Ci sono argomenti per questo cambiamento: uno studio compiuto nel 2005 dall’Istituto Max Planck ha rivelato che le intercettazioni erano più comuni in Italia che in qualsiasi altro paese dell’Unione Europea. Poiché le trascrizioni spesso sono state fatte filtrare ai media, anche prima che le accuse fossero state depositate, persone innocenti possono trovare le loro più private considerazioni spiattellate per i giornali.

Ma ogni volta che Berlusconi propone una riforma giudiziaria, comprensibilmente si sospetta l’esistenza di motivi personali (ha recentemente definito il sistema giudiziario un “cancro”). Prima di tornare alla Presidenza del Consiglio, venne intercettatosu ordine della Procura di Napoli mentre esercitava pressioni su di un dirigente del servizio televisivo pubblico, la RAI, a beneficio di alcune attrici. Dal momento che Berlusconi si impegnò a supportare il dirigente in una sua iniziativa imprenditoriale privata, entrambi si resero passibili di accuse di corruzione. Ora, infatti, un giudice sta valutando se metterli in stato di accusa.
Mentre si stava porando avanti il decreto, iniziarono a spargersi voci in merito a registrazioni più compromettenti che si diceva contenessero esplicite conversazioni di natura sessuale tra il primo ministro e la sua Ministra delle Pari Opportunità trentaduenne, Mara Carfagna, una modella che posava in topless e che faceva la presentatrice presso Mediaset. Dopo che venne riportato che i Pubblici Ministeri avrebbero distrutto il materiale irrilevante per la loro indagine, l’esecutivo fermò il decreto, destando i sospetti che ci fosse dietro la presunta telefonata con la Carfagna. La Carfagna ha dichiarato che querelerà ogni insinuazione fatte su di lei.

I critici dicono che i problemi legali di Berlusconi sono centrali anche ad altre due misure. La prima è stata redatta dal consiglio legale che lo sta difendendo in tribunale dall’accusa di un tangente da 600.000$ a un avvocato inglese. Infilata incoerentemente in un pacchetto di provvedimenti “legge-e-ordine”, questa legge avrebbe congelato per 12 mesi una serie di processi, compreso quello di Berlusconi. A quel punto un secondo disegno di legge stava per avere effetto, garantendo immunità processuale alle prime quattro cariche dello stato, Primo Ministro incluso. La protesta alla prima misura fù tale che venne abrogata per emendamento, ma solo dopo che divenne chiaro che la seconda sarebbe stata fatta proseguire in autunno, quando il processo per corruzione di Berlusconi sarà prossimo alla fine. Il pacchetto sicurezza, approvato falla Camera dei Deputati il 15 Luglio, ora contiene una norma che l’opposizione definisce una quinta misura ad personam, riconoscendo agli imputati la facoltà di patteggiare durante il procedimento.
La fissazione del Governo (e del Parlamento) per le corti e le riforme giudiziarie sarebbe meno allarmante se non ci fosse molto rimasto da fare che sia importante e urgente. Dopo un illusorio aumento nel primo quadrimestre, l’economia è di nuovo per lo più stagnante. Gli analisti della Banca d’Italia dipingono un quadro desolante di consumi deboli e inflazione in aumento. Hanno anche agitato lo spettro dei problemi del credito in un paese al quale, fino a ora, era stato risparmiato il peggio della restrizione globale. Hanno fatto notare che il 70% dei mutui italiani hanno un tasso variabile, più alto della media europea - e questo è un paese dove le disponibilità reali si stanno restringendo.

La banca centrale prevede, per quest’anno e per il prossimo, una crescita irrisoria dello 0,4% del PIL. Le stime per il 2008 sono in linea con quelle del governo (tra lo zero e lo 0,5%), ma più ottimistiche di quelle di Aprile del Fondo Monetario Internazionale, che ammontano allo 0,3%. L’economia italiana è ancora una volta il fanalino di coda nell’eurozona. Forse la notizia peggiore è arrivata il 10 Luglio, quando la produzione industriale è stata riportata essere crollata in Maggio, giù del 4,1% rispetto all’anno precedente. Emma Marcegaglia, leader della lobby degli imprenditori, Confindustria, si è detta essere “davvero preoccupata”. Ha ragione. Il motore della buona barca Italia sta perdendo colpi; il vento la sta dirigendo verso gli scogli; è il capitano è occupato in altre faccende.

Fino a ora l’unica iniziativa di governo in campo economico è stata l’abolizione dell’impopolare tributo sulla casa e la riduzione delle tasse sugli straordinari. Non c’è nemmeno l’ombra di un qualsiasi dibattito sulle misure di liberalizzazione di cui la malridotta economia italiana avrebbe estremo bisogno. Al contrario, il governo sembra incline a pompare ancora più soldi dei contribuenti nella compagnia di bandiera italiana in fallimento, Alitalia, e ora sta discutendo una modifica della legge che permetta di farlo. Pensando al futuro autunno, Berlusconi ha almeno annunciato una “riforma radicale” - ma solo per i tribunali.

 Tratto da "Anonimo Italiano" (articolo originale "Berlusconi fiddles, Italy burns"), Economist

venerdì 8 agosto 2008

Ehud Olmert, uno strano politico


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"Sono fiero di appartenere a uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino. Un premier non può essere al di sopra della legge, ma nemmeno al di sotto. Se devo scegliere fra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in grave imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perché anche il primo ministro dev’essere giudicato come gli altri. Dimostrerò che le accuse di corruzione sono infondate da cittadino qualunque. Errori ne ho commessi e me ne pento. Per la carica che occupo ero consapevole di poter finire al centro di attacchi feroci. Ma nel mio caso si è passata la misura."
(Ehud Olmert)
.
.
Non attacca la Magistratura?!
Non si dichiara perseguitato politicamente?!
Non si automunisce di una legge che lo rende immune?!
Che politico fallito!
Quest'uomo in Italia non potrebbe fare nemmeno il presentatore televisivo.

mercoledì 6 agosto 2008

Dell'elmo di Scipio si "fascia" la testa...


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Se la classe non è acqua...

martedì 5 agosto 2008

Questione di priorità


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“Care italiane, cari italiani. L’Italia ha un grosso problema in cima alla lista dei problemi. Questo problema irrisolto nei decenni da tutti i governi prende diversi nomi a seconda della regione della penisola in cui esso vive. In Sicilia si chiama mafia, in Campania camorra, in Calabria ndrangheta e in Puglia sacra corona unita. Queste associazioni criminali, cari italiani, sono un vero cancro nella vita del Paese. Esse trafficano in droga, sfruttano la prostituzione, commerciano in armi e in uomini alimentando i flussi clandestini verso l’Italia. Le mafie taglieggiano gli imprenditori, i negozi, i supermercati e qualsiasi attività economica redditizia. Chi si ribella viene intimidito, assalito, ucciso.
L’economia del paese è infiltrata dalle attività economiche mafiose che riciclano danaro sporco in società apparentemente regolari. Le mafie controllano il territorio e le persone che vi vivono impedendo la crescita civile e sociale di intere aree della nostra amata Nazione. Le mafie infiltrano i loro affiliati in giacca e cravatta nelle amministrazioni locali, corrompono e rubano, vincono appalti pubblici facendo lavorare le loro società che rallentano i lavori accrescendo tempi e costi all’inverosimile e costruendo con materiali scadenti. Le mafie sono assassine e pericolose e rappresentano il vero pericolo per lo Stato e per i suoi liberi cittadini.
E’ per questo che abbiamo mandato i soldati in strada a correre dietro ai… rom”

.
Tratto da Terroorpilots

lunedì 4 agosto 2008

Answer to Life, the Universe, and Everything


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"La vita non si misura dal numero di respiri che una persona fa, 
ma dai momenti che il respiro glielo tolgono."

Persuasione occulta


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Era il 20 Gennaio 1759, quando il letterato Samuel Johnson lanciò dalle colonne del suo settimanale 'The Idler' il primo allarme: "Gli annunci pubblicitari sono oggi così numerosi che sono letti con molta negligenza, ed è perciò divenuto necessario conquistare l'attenzione con magnificienza di promesse, e con eloquenza talvolta sublime, talvolta patetica."

Ma che cos'è la pubblicità?
La pubblicità è quella forma di comunicazione che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi.

Ma perchè, e come nasce la pubblicità?
Il peso assunto dalla pubblicità è strettamente legato a quello dei dollari discrezionali, termine coniato negli anni '50 dalla sociologia americana per definire la quota di reddito disponibile una volta coperte le spese di sussistenza e riproduzione. La pubblicità, dunque, nasce come continua ricerca di bisogni supeflui, grazie alla quale poter far spendere alle persone i loro dollari discrezionali.
Nel periodo che va dal 1950 al 1970, ci fu una crescita vertiginosa della produzione , e, consequenzialmente, erano aumentati i dollari dollari discrezionali a disposizione dell'americano medio. Su questa base oggettiva, nacquero gli studi e crescevano gli sforzi soggettivi per stimolare il mercato. Tutte le armi erano impiegate per persuadere gli americani a spendere.

Gli investimenti pubblicitari mondiali sono cresciuti negli ultimi dieci anni del 41,5% in termini reali, e hanno raggiunto nel 2005 l'astronomica cifra di 450 miliardi di dollari (come termine di paragone vi basti pensare che il budget annuale delle Nazioni Unite è di 190 miliardi di dollari). Nel 1955 i costi per gli investimenti pubblicitari americani raggiungevano la cifra di 9 miliardi di dollari; nel 2005 la spesa pubblicitaria americana è stata di 155 miliardi di dollari.

Al giorno d'oggi complesse organizzazioni sociali lavorano non per produrre ciò che serve agli uomini, ma per fabbricare nuovi bisogni che li trasformino in nuovi consumatori. Il WPP Group, primo in Europa e secondo al mondo nella pubblicità, con sede a Londra e 10 miliardi di dollari di fatturato, vanta 97.000 dipendenti nei suoi 2.000 uffici sparsi in 106 paesi nel mondo. Per avere idea del ruolo distorto della pubblicità nasti pensare al caso della Bayer. La nota casa farmaceutica tedesca spende l'85% del suo ricavato annuo in pubblicità. Il 15% rimanente viene così suddiviso: 10% per i fondi al settore dei cosmetici, e solo il 5% destinato alla ricerca.

Ma come agisce la pubblicità?
Questa è la domanda; proprio questo è il nocciolo della questione.
Già Marx nel lontano 1844, scriveva che la pubblicità avesse uno scopo ben definito: "...eccitare i desideri morbosi, spiare ogni debolezza, per poi chiedere il compenso per questo affetuoso servizio...". Ma dopo un secolo e mezzo di esperienza, i mezzi per giungere a tali fini sono divenuti molto più sofisticati...
Un famoso studioso, Georges Bernanos, afferma che i motori di scelta della pubblicità sono i sette peccati capitali, per la ragione che è molto più facile appoggiarsi sui vizi dell'uomo che sui suoi bisogni.
Edward Bernays (1891-1955), pubblicitario, ammette nel suo libro "Propagande" (1928):

"Coloro che hanno in mano questo meccanismo [...] costituiscono [...] il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. [...] Sono loro che manovrano i fili...Bernays non si riferisce soltanto alla propaganda politica, bensì alla pubblicità, i cui strumenti sono gli stessi: la sua campagna per la American Tobacco Company negli anni 1920, per incitare le donne a fumare, consistette per esempio nell'associare visivamente in maniera costante la sigaretta e i diritti o la libertà della donna."

Non è facile farsi notare in mezzo a settemila messaggi pubblicitari. La pubblicità dunque cerca di provocare per incidere meglio sulla mente. Una pubblicità spinta utilizzando simboli religiosi o simili, oppure che non esiti a fare uso della violenza, può essere una pubblicità vincente in termini di influenza sul pubblico. D'altra parte è noto che le scariche di adrenalina rendono più efficace la memorizzazione. Si comprende dunque perché, tra stereotipi, sesso e violenza, la pubblicità sia criticata, e anche, talvolta, condannata penalmente.
Se si vuole approfondire i metodi di persuasione e indirizzamento, si legga l'articolo del Corriere della Sera, relativo al raccoglimento occulto di dati personali.

Ma a cosa serve la pubblicità?
E' stato chiarito dunque, come la necessità di eccitare, piuttosto che appagare, i bisogni sociali sia il presupposto della pubblicità. Scopo della pubblicità non è quello di informare, bensì quello di eccitare il mercato, ossia creare nuovi bisogni al fine di convincere le persone a spendere i loro dollari discrezionali, ossia a divenire consumatori.
Secondo una ricerca americana, pubblicata su "Il nuovo libro della pubblicità" un consumatore americano subisce mediamente, ogni giorno, duemila proposte pubblicitarie (un europeo circa 1000), e alla sera non se ne ricorda più di tre.
Stupiti? Io, in un mondo in cui gli investimenti pubblicitari mondiali sono più alti della somma delle ricerche contro AIDS, cancro e leucemia, non mi stupisco più di niente...

domenica 3 agosto 2008

Il fumo negli occhi


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Posto un bell'articolo di Famiglia Cristiana. Si, anche io mi sono sorpreso che Famiglia Cristiana potesse scrivere begli articoli.

Ci sono i poveri (sempre più numerosi) e i "mezzi poveri" (quelli che coltivano pomodori sui balconi di casa). Eppure, per entrambi, non c’è allarme generale, né "emergenza nazionale". Non portano voti, non sono "di moda", come la giustizia, la sicurezza e l’inutile "lodo Alfano", approvato a razzo, in un solo giorno, dal Senato. Poi s’è discettato sull’inno di Mameli, dopo il dito medio di Bossi alzato al cielo della Padania, tra i rimproveri (apprezzati) di Fini e le spallucce (deprecabili) di Berlusconi.
Ma in cento giorni, nessuno (neanche l’opposizione) ha dato un forte segnale contro povertà e recessione. Se le famiglie non ce la fanno più, che si arrangino! Nella Finanziaria, approvata con la fiducia (ma ci sono dubbi sulla fedeltà della maggioranza?), non c’è uno straccio di provvedimento a favore di salari e pensioni. Intanto, il divario del reddito familiare tra Nord e Sud è pari a 10 mila euro.
La politica, sempre più miope e lontana dai bisogni della gente, è solerte solo nei tagli e nei sacrifici da imporre alla gente, senza dare l’esempio. Anzi. Al Senato, nonostante i gruppi parlamentari dimezzati (da 11 a 6), si spende ancor di più. Il limite invalicabile dell’inflazione programmata vale solo per i comuni cittadini, non per gli "spendaccioni" senatori.
 

In un’Italia in piena crisi (il 40 per cento degli italiani non fa nemmeno una settimana di vacanza all’anno), anche un gesto di sobrietà sarebbe apprezzabile. E invece, il Palazzo abdica alla moralità, abbandonando a sé stesse milioni di famiglie. Bastano propaganda politica (ma la campagna elettorale non è finita da mesi?) e fumo negli occhi, a distrarre gli italiani dall’assenza di una vera idea per risollevare il Paese. Tanto c’è l’alibi dell’aumento del petrolio o il pericolo di rom e immigrati: e via allora con i "fuochi d’artificio" a illudere l’opinione pubblica.
Di emergenza in emergenza, oggi tocca agli immigrati (e domani?): problema vero, ma non siamo all’invasione. I provvedimenti straordinari (quanto disumani) hanno suscitato pure lo stupore del Quirinale. Se sono loro il problema nazionale, perché nelle scoppiettanti conferenze stampa del presidente del Consiglio non se ne fa cenno?

A quando un Paese normale, maturo e responsabile, che affronti i veri problemi, rinunciando agli allarmi propagandistici per soli calcoli elettorali? Almeno, risparmiamo agli italiani l’ipocrisia della retorica: che «tutto è fatto per ragioni umanitarie e per il loro bene». Ma da quand’è che è scoppiato l’amore dei politici per rom e immigrati?
Così, in Italia la forbice tra ricchi e poveri è sempre più larga, i prezzi raddoppiano e gli stipendi sono al palo. Il "federalismo fiscale" (cui si sacrificano fette di democrazia) «rischia di mettere in ginocchio il Sud», come dice il ministro Fitto. Ma è il prezzo da pagare per i perversi scambi di favori tra partiti di Governo.
E l’opposizione? Nessuna idea seria per economia e riforme, solo contorcimenti su che cosa fare da grandi. Intanto, per non smentire il tipico masochismo della sinistra, si logorano in battaglie interne tra Veltroni e D’Alema (ma, scusate, non s’erano già fatte le primarie?).
L’inerzia politica ci preannuncia un autunno caldo.

BYOB


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Why don't presidents fight the war?
Why do they always send the poor?

Why do they always send the poor?
Why do they always send the poor?
Why do they always send the poor?






Because I choose Peace over war.

venerdì 1 agosto 2008

Uomini liberi


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Allora un legislatore disse:
"Che cosa pensi delle nostre Leggi, maestro?"
.
E lui rispose:
"A voi piace emanare leggi,
Ma più ancora vi piace trasgredirle.
Come fanciulli che ostinatamente innalzano per gioco torri di sabbia in riva al mare per poi distruggerle con una risata.
Ma intanto che innalzate queste torri, il mare trascina altra sabbia sulla riva,
E quando le distruggete il mare ride con voi.
In verità, il mare ride sempre con l'innocente.
Ma cosa pensare di quelli per cui le leggi dell'uomo non sono torri di sabbia e la vita non è un mare,
Bensì una roccia, e la legge uno scalpello con il quale inciderla a propria somiglianza?
E dello storpio che odia i danzatori?
E del bue che ama il suo giogo e crede l'alce e il cervo della foresta smarriti e vagabondi?
E della vecchia serpe che non squama più e stima gli altri vergognosi e nudi?
E di chi va al banchetto nuziale di buon'ora e torna sazio e stanco
Definendo ogni banchetto una profanazione e i convitati trasgressori?
Che dirò di loro se non che si stagliano nella luce, ma con la schiena rivolta al sole?
Essi vedono soltanto la loro ombra, e questa è la loro legge.
E che cos'è il sole per loro se non un seminatore di ombre?
Riconoscere le leggi non è forse chinarsi e tracciare la propria ombra sulla terra?
Ma voi che camminate rivolti al sole, quali immagini tracciate sulla terra possono mai trattenervi?
E voi che andate con il vento, quale banderuola dirigerà la vostra corsa?
Quale legge vi legherà se spezzerete il vostro giogo, ma non sulla soglia di una prigione umana?
Quali leggi temete, se danzerete senza inciampare nelle catene dell'uomo?
E chi vi porterà in giudizio se, spogliandovi dei vostri indumenti, non li lascerete sulla strada di alcun altro uomo?
Popolo di Orfalese, potrai soffocare il suono del tamburo e spezzare le corde della lira, ma chi comanderà che l'allodola non canti?"

.
Kahlil Gibran




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