mercoledì 2 aprile 2008

La favola di Silvio - Parte 2


Avviso: ManuBlog ha cambiato indirizzo.
Potete trovarlo all'indirizzo http://manublog.org


Silvio B., mettendo a frutto gli insegnamenti del suo Maestro (Venerabile) Licio G., lasciò la sua promettente carriera da menestrello sulle navi, e si buttò nel mondo della televisione e dell'editoria, seguendo i dettami di una misteriosa e criptica frase di Licio G.: "Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media".
Fu così che Silvio B. costruì la sua rete televisiva, nota ai più con il nome di Merdaset, e comprò l'importante casa editrice Mondadori, il cui acquisto fu abbastanza particolare: Silvio B. donò una tangenziale al venditore, soprannominato "Il Giudice".

Ma gli affari andavano male per Silvio B.
L'incontro con Bettino C., però, aveva fatto capire a Silvio B. l'importanza di occuparsi della Cosa pubblica (anche se cosa sia tale "Cosa pubblica" i più se lo domandano ancora..) per risolvere i propri problemi.
Nella novembre del 57 d.S. Silvio B. annunciò ai suoi discepoli (che più tardi prenderanno il nome tecnico di "sudditi") la sua discesa in campo, per salvare il mondo dalla minaccia comunista e non, come dicevano i più beceri, per salvare la sua falegnameria ed evitare Ponzio Pilato Di Pietro.

Altra ipotesi riguardante la sua discesa in campo, riguarda il fatto che alcuni bolscevichi non credessero alle sue origini divine, rinfacciandogli di non essere il figlio di Dio. Secondo tale ipotesi, Silvio B. scende in campo proprio per questo: per poter dimostrare la sua superiorità rispetto ad elementi o considerazioni puramente "terrene", quali la giustizia, la coerenza e l'onestà.

Fine Prima Parte. To be continued....
Leggi la prima parte -->

Nessuno ha ancora commentato questo articolo, uffa



Articoli correlati


Lascia un commento





Some rights reserved by ManuBlog. Powered by Blogger
Autore: Manu / Feed: Rss 2.0 / Technorati Profile
Blog under Creative Commons License