venerdì 21 marzo 2008

5 anni di piacere


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La democrazia secondo Bush


In questi giorni si sta festeggiando un importante anniversario: i 5 anni di guerra in Iraq.
Per l'occasione il Presidente (ancora per poco grazie a dio) George Bush ha voluto mostrare al mondo la sua incontenibile gioia. dichiarando persino: "Un successo incontestabile".
Di più: solo Sanremo aveva fatto meglio.
Gioia, urla, felicità al party indetto dalla Casa Bianca per celebrare questa memorabile ricorrenza. George Bush (al secolo Giorg Dabliù Busc), al grido "100 di questi giorni!", si è lasciato andare a balli, canti ed irrefrenabili gesta di felicità. Che estasi, che goduria, che soddisfazione!
All'attesissimo discorso, poi, il già citato Giorgio Doppiavu Cespuglio ha lodato tutta la bontà e l'orgoglio per questa guer... ehm, missione per la democrazia.

Ma vediamo meglio.
La guerra, annunciata come guerra lampo, è durata effettivamente solo 1829 giorni: giusto il tempo di bere un caffè...
I soldati americani morti sono circa 4 mila, a cui si aggiungono i circa 180.000 soldati congedati per mutilazioni, malattie, disturbi derivanti dalla guerra.
I civili iracheni rimasti uccisi, di cui la maggior parte bambini e donne, sono circa 300.000.
Un'intero paese, l'Iraq, ha perso la maggior parte della propria popolazione migliore, bambini e ragazzi, decimata, mutilata o malata.
La cosa più spaventosa, però, è il prezzo economico della guerra.
I costi sin qui sostenuti per tutte le attività della guerra, i vitalizi ai congedati, il risarcimenti alle famiglie dei soldati caduti, i costi operativi e i rimborsi futuri ammontano a circa 3.000 miliardi di dollari. Una cifra spropositata, che ha catapultato l'intero asset economico mondiale in una crisi con pochi, pericolosi, precedenti. E non è tutto: i costi operativi della guerra in Iraq ammontano a circa 13 miliardi di dollari al mese. Ulteriori approfondimenti sul costo della guerra li potete trovare qui, nell'articolo di Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'Economia.

Ahh, che liberazione... dopo questa sviolinata di dati è venuta voglia di festeggiare anche a me...

Ci sono addirittura 5 commenti!!


BC. Bruno Carioli ( 21 marzo 2008 alle ore 22:41 )

Grazie per la visita.
Onorato di scambiare il link.
Complimenti per il tuo blog, che tornerò a visitare.

Anonimo ( 22 marzo 2008 alle ore 10:23 )

C'è poco da festeggiare, anni di morte per poveri innocenti e troppe torture rimaste impunite in nome della democrazia

Fabio ( 22 marzo 2008 alle ore 12:12 )

Ciao, terribile quell'immagine...
comunque ho visto il tuo commento sul mio blog e dato che il tuo mi piace va bene per lo scambio link. ti ho aggiunto, fai altrettanto.
ciao!

Pietro ( 22 marzo 2008 alle ore 12:33 )

La storia celebra sempre chi vince la guerra. La vittoria è sempre stata celebrata da una festa. La terribilità delle guerre si misurano in termini di morti, feriti, invalidi ecc. in rapporto al bottino, al territorio conquistato e ai prigionieri da schiavizzare.
Le guerre moderne, non si fanno nè per il bottino, nè per il territorio da colonizzare, nè per i prigionieri da render schiavi o da deportare nei campi di concentramento.
Al di là delle polemiche sulle motivazioni del conflitto, bisogna riconoscere che, se dalla "guerra" dell'Irak sorgerà una democrazia, si potrà realamente affermare che questa guerra è stata meno terribile di tante altre, rispetto ai vantaggi non del vincitore che ha profuso la maggior parte dei mezzi per conseguire il successo, ma per l'intera umanità che ne beneficia.
Inoltre, non mi risulta che gli USA si comportino peggio della Cina in Tibet dove lo scopo è l'occupazione del territorio e la persecuzine religiosa, in barba alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
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Onore ai caduti di ambo le parti!!
... e mi auguro che, in effetti, l'Iraq diventi una democrazia. Diversamente, tutti ricorderanno G.W. Bush tra i cattivi Presidenti degli USA.

Manu (22 marzo 2008 alle ore 14:54 )
Ciao Fabio, grazie per la visita.. ti ho "blogrollato" anche io, sezione Blog Amici

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