martedì 5 febbraio 2008

La bufala della legge elettorale


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Alla fine ce l'hanno fatta.
Se la riforma sulla legge elettorale non dovesse essere attuata e le elezioni dovessero effettuarsi anticipatamente (come ormai sembra ovvio, la data dovrebbe essere il 13 Aprile) con l'attuale legge elettorale, il paese è destinato allo sfascio. Con questa porcata di sistema elettorale, infatti, il cittadino non è un elettore, ma uno spettatore. Questa legge elettorale favorisce la frammentazione politica, la frammentazione politica favorisce l'instabilità politica governativa, e l'instabilità sfavorisce i cittadini. E' ovvio ed evidente chi si augura che la porcata rimanga tale. Il centro-destra, infatti, sarebbe notevolmente avvantaggiato da tale sistema, conscio di una comprovata maggior solidità rispetto al centro-sinistra. Ma il problema non viene risolto, e chi ci rimette (indovinate un pò?) sono solo i cittadini, i quali, come ho già detto, si ritrovano ad essere dei semplici spettatori, paganti per giunta.
La legge elettorale stabilisce le regole del gioco.
Giochereste ad un gioco che sapete già truccato o impostato aprioristicamente ad avvantaggiare taluni e svantaggiare degli altri? Il gioco a cui stiamo giocando adesso presenta le seguenti regole:
1) Qualsiasi partito, anche estremamente piccolo o insignificante, può determinare l'indirizzo del governo o la sua stabilità (ricordo la caduta del governo Prodi, avvenuta proprio a causa del ritiro dalla maggioranza dell'Udeur di Mastella, partito che aveva appena il 3-4% dei consensi). Ciò perchè l'eccessiva frammentazione del panorama politico italiano obbliga i partiti a formare disomogenee e quasi innaturali coalizioni, come quella che ha caratterizzato l'ultima legislatura. La nuova legge elettorale prevede soglie di sbarramento più alte, in modo da eliminare tutti quei partitini che nascono solo ed esclusivamente per ottenere un seggio che garantisce loro una pensione dorata. Solo i più grossi partiti sopravvivono, espressione della maggioranza degli elettori. Si crea così una vera dialettica, non mediata da una miriade di partitini e dunque, di fatto, immobilizzata.
2) In un sistema del genere, come già detto, i partiti si devono unire in grosse coalizioni per riuscire ad ottenere una maggioranza consistente. Ma unire tanti partiti diversi tra di loro significa giungere ad un compromesso, e quindi, significa sacrificare i valori programmatici degli stessi partiti ai quali l'elettore aveva dato la preferenza. Capite? Tu dai il voto a Caio, Caio si allea con Tizio e Sempronio, i quali, però, hanno punti di vista e linee programmatiche diverse. Caio, quindi, che è stato eletto dagli elettori per fare A, si ritrova in una coalizione con Tizio e Sempronio che sono stati eletti per fare B e C. Ma A è diverso da B che è diverso da C. E allora decidono di fare D, calpestando l'opinione e la volontà degli elettori. L'ho già detto: elettore oramai è sinonimo di spettatore.

Ricapitolando: l'attuale legge elettorale permette ad un partito anche molto piccolo di essere presente in Parlamento e ,dunque, di incidere in maniera profonda sulla scena politica. Ciò, unito alla storica frammentazione politica in seno al popolo italiano, provoca la creazione di coalizioni, le quali sono degli schieramenti di forze politiche eterogenee tra di loro e con pochi (se non pochissimi) punti programmatici in comune. Il voto degli elettori viene calpestato bellamente. Ciò ha come conseguenza diretta e più devastante per il cittadino, una fragilità ed instabilità politica persistente e controproducente, poichè per cercare di mettere d'accordo tutti, si finisce a non mettere d'accordo nessuno. Se dovessero esserci le elezioni anticipate il referendum slitterebbe, se tutto va bene, nel 2009, quando il suo valore sarà pressochè nullo.
Confido nelle istituzioni affinchè ciò non avvenga, e possiamo andare a votare questo benedetto SI.

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