venerdì 11 luglio 2008

Regime 2.0 - Giorno 1


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Oggi è un giorno memorabile. Un giorno che rimarrà nella storia.

Gli storici fanno solitamente cominciare il Fascismo il giorno del delitto Matteotti. Quella data segnò lo spartiacque, la svolta autoriataria italiana: con l'approvazione delle leggi fascistissime, volute da molti a gran voce, e approvate tra gli applausi, la trasformazione in regime fu veloce e perfetta.

Oggi, a distanza di oltre 70 anni dal delitto Matteotti, le situazioni sono le medesime, i protagonisti sono cambiati.

Situazioni assolutamente marginali vengono presentate alle masse, grazie al dispiegamento di mass-media che può vantare il Presidente del Consiglio, come emergenze di prima necessità, catastrofi comuniste di primaria urgenza. Urgenze della collettività, ovviamente, che, impaurita e indifesa, si affida al loro Salvatore.

E adesso tutti li, ad applaudire i nuovi provvedimenti; provvediementi razzisti, ma non importa, perchè la televisione ha detto che i rumeni e i rom uccidono e stuprano, provvedimenti liberticidi, ma non importa, perchè la televisione ha detto che siamo tutti sotto controllo ed è a rischio la nostra privacy, provvedimenti anti-democratici, ma non importa, perchè la televisione ci ha spiegato che le 4 più alte cariche dello Stato sono in pericolo senza una particolare immunità.

E' sotto scroscianti applausi che muore la libertà.



Oggi è un giorno memorabile. Un giorno che rimarrà nella storia.

Gli storici ricorderanno ufficialmente questo giorno come il giorno in cui inizia il regime Berlusconi.

Una democrazia si distingue da una dittatura per molte cose, ma una, in particolare, segna la differenza:

in una democrazia tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, in una dittatura alcuni sono superiori alla legge. Con il lodo-Alfano, già ribattezzato Schifo-Alfano, il ministro ad personam Angelino Alfano, la marionetta scelta da Berlusconi per poter, di fatto, avere sotto di sè il ministero della Giustizia, 4 persone saranno di fatto un pò più uguali degli altri. Potranno rubare, stuprare, delinquere, uccidere senza che le accada niente. Solo in un paese moralmente ed intellettualmente degradato come il nostro si può permettere che questo accada senza che ci sia una movimentazione di massa, una marcia sul Parlamento per fermare questa follia.



Il giorno in cui fu approvata la legge per la depenalizzazione del falso in bilancio, l'Economist urlò "una vergogna persino in una Repubblica delle banane!". Oggi, con la Schifo-Alfano, abbiamo toccato il fondo della democrazia. Chissà cosa direbbero i cittadini di una Repubblica delle banane ora sull'Italia...

1 solo, povero e solitario commento...


Pellescura ( 11 luglio 2008 alle ore 22:51 )

Io sono rassegnato...per ora.


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